L'OSCILLAZIONE DEL WBGT
Da parte sua, Federer non era al corrente che la regola consentisse di chiudere il tetto anche per i match notturni. “Non sapevo se giocare indoor sarebbe stato un bene per me – ha detto – certo, io amo giocare al coperto. È lì che è arrivato il mio primo successo. In generale, quando gioco indoor è un fatto positivo”. “Avrebbe potuto andare diversamente? - si domanda Cilic – suppongo di sì. È stato difficile adattarmi, soprattutto all'inizio”. Quando la decisione è stata ufficializzata, entrambi i giocatori hanno avuto la possibilità di allenarsi al coperto. Federer ha accettato l'offerta, Cilic no. Anche lo svizzero sostiene di aver appreso in extremis la scelta degli organizzatori. “Arrivato a Melbourne Park, ero totalmente pronto a giocare all'aperto. La cosa non ha influito nella preparazione al match. Ad essere onesti, ero pronto per entrambe le situazioni”. La scelta degli organizzatori non è piaciuta a tutti: Pat Cash, finalista nella prima edizione a Melbourne Park, si indignato via Twitter, ricordando che l'Australian Open dovrebbe essere un evento outdoor. Anche Greg Rusedski la pensa così. Qualche giorno fa, il direttore del torneo Craig Tiley aveva detto le stesse cose nel giustificare la non chiusura del tetto nonostante una temperatura intorno ai 40 gradi. Gli stessi organizzatori hanno detto che la decisione non è stata in alcun modo collegata all'indiscrezione secondo cui Simona Halep, finalista del torneo femminile, ha trascorso quattro ore in ospedale nella notte tra sabato e domenica per un principio di disidratazione. Poche ore prima, aveva perso una dura finale contro Caroline Wozniacki. Secondo l'Australian Open, la decisione è stata presa unicamente seguendo i regolamenti. “Durante il pomeriggio, il WBGT ha superato il limite di 32,5 ed è stato costantemente monitorato – hanno detto – alle 18.30, un'ora prima del match, era 32,7. Senza una drastica riduzione, tenendo conto che la previsione era di 32,5 alle 20,30, il referee ha esercitato il suo potere e ha chiesto la chiusura del tetto. Alle 19.29 era 32,5, mentre alle 19.32 (quando l'arbitro ha dato il via al match) era 32,6. La scelta è stata presa sulla base di una consulenza qualificata e professionale del medico del torneo e dei meteorologi presenti in loco. Sulla base del loro parere, e del fatto che il WBGT era stato sopra la soglia del 32,5 per parecchio tempo, il giudice arbitro ha deciso di attivare la heat policy e far chiudere il tetto prima di giocare. In nessun altro momento del torneo l'algoritmo del WBGT aveva raggiunto la soglia”. È giusto fidarsi, senza ricordare vecchie affermazioni di Giulio Andreotti. Ma la coincidenza è stata davvero bizzarra. Se non incredibile.