LE TESI DI ACCUSA E DIFESA
Inizialmente le è stato chiesto di riassumere la sua carriera, dopodiché ha spiegato le dinamiche della sua routine post-match: quasi sempre, prevede stretching, interviste e bagno ghiacciato. Sono emersi altri dettagli interessanti: ad esempio, il nome del prodotto che l'ha fatta scivolare: si chiama Oasis 299 e non era mai stato usato prima di quella sera. Nel foglio illustrativo, è specificato che può causare gravi ustioni cutanee. C'è stata un po' di discordanza nella controparte: nessuno ha ammesso di aver applicato la sostanza sul pavimento. Secondo la Owens sarebbe stata un'altra dipendente, Christina Simmons. Quest'ultima ha negato, dicendo che all'epoca era incinta di sette mesi e le sue mansioni escludevano il contatto con sostanze chimiche. Interrogata dall'avvocato USTA, la Bouchard ha confutato la tesi secondo cui era vietato entrare nella stanza quando non c'era nessuno. A suo dire, i trainer e i massaggiatori incitano addirittura le giocatrici a entrare. Affermazioni sostenute dal suo avvocato Benedict Morelli, forte di tutto il materiale informativo dei vari enti governativi del tennis, dove non c'è menzione di alcun divieto. A giudicare l'eventuale colpevolezza della USTA sarà una giuria composta da sette elementi (quattro uomini e tre donne): in caso di vittoria per la Bouchard, in separata sede si discuterà sull'eventuale ammontare del risarcimento. Le conseguenze di quell'episodio hanno rallentato la carriera della Bouchard: partendo da questo presupposto, i suoi legali hanno intentato una causa, accusando la USTA di non aver preso le misure necessarie per avvertire i giocatori che il pavimento era bagnato. Da parte sua, la federtennis americana ha detto che la giocatrice avrebbe dovuto sapere di non dover entrare in quella stanza, senza essere accompagnata da un trainer o da qualsiasi altro impiegato del torneo. Inoltre, il personale addetto alle pulizie riteneva che tutti i giocatori avessero ormai abbandonato l'impianto. La causa sostiene che la caduta ha generato una commozione cerebrale e una “grave ferita alla testa”. Come detto, a causa dell'infortunio, si è dovuta ritirare dallo Us Open (dove era ancora in gara, sia in singolare che in doppio) e dai successivi tornei in Cina e Giappone. La tesi finale dell'accusa è semplice: quella caduta ha danneggiato la sua carriera.