LA RACCHETTA LUNGA DI MUSTER
Thiem esordirà a Monte Carlo nella mattinata di mercoledì, impegnato contro Robin Haase in un match di media difficoltà. E' vero che ha parecchi punti da difendere, ma ha anche un anno d'esperienza in più e può contare, oltre a coach Gunther Bresnik, sul preparatore atletico Alex Stober, vero e proprio guru del settore. Muster non si è limitato a parlare di Thiem, ma ha detto la sua anche su Rafa Nadal (“Credo che molto dipenderà dal suo rendimento nei primi match su terra. Saranno importanti per la sua autostima”) e su Maria Sharapova: (“Non credo che possa vincere il torneo già a Stoccarda, ci saranno tutte le migliori. Al contrario, credo che durante l'anno ritroverà il suo livello”). Muster fece uno sforzo tremendo tra il 1995 e il 1996, in cui vinse moltissimi tornei per acciuffare il numero 1. Nel 1997 ha dato i primi segnali di crisi, salvo poi crollare l'anno dopo. “Quando sei stato numero 1, trovarti 20, 30 o 40 non ti soddisfa. Avrei potuto giocare ancora un po', avrei guadagnato un po' di soldi, ma non l'ho fatto. Non ne avevo più”. Ripensando alla sua carriera, Muster ha ricordato come sia stato capace di migliorare sui campi veloci, ma che certi progressi gli abbiano fatto perdere competitività sulla terra battuta. In effetti, dopo il successo a Miami nel 1997, sulla terra non ha più combinato granché. “Ho provato diverse soluzioni per migliorare sul veloce. Ce l'ho fatta utilizzando una racchetta più lunga e cambiando schema d'incordatura. I risultati sono arrivati, ma poi sono calato sulla terra battuta. Mi sono reso conto che la racchetta era troppo lunga e non potevo più cercare i miei angoli. Funzionava sul veloce, ma non sulla terra. E così sono tornato alla racchetta precedente, perché non era semplice utilizzare una racchetta corta sulla terra e una lunga sulle altre superfici. E' stato l'inizio della fine”.