TENNIS E YOM KIPPUR
Non è la prima volta che il tennis israeliano ha problemi con lo Yom Kippur: nel 2013, il weekend di Coppa Davis fu collocato in occasione della ricorrenza (al sabato, mentre la serie contro il Belgio era prevista da venerdì a domenica). La federtennis israeliana chiese a quella belga di soddisfare le esigenze religiose, anticipando il match, ma ottenne un rifiuto. Intervenne l'ITF, che concesse effettivamente un giorno di pausa (si giocò venerdì, sabato e lunedì), ma stabilì una sanzione di 13.000 dollari alla federazione israeliana per compensare i disagi patiti dai belgi. Qualcuno potrebbe domandarsi come mai Sela abbia scelto di giocare questa settimana. Argomentazione un po' debole: è un professionista, poi raramente si è spinto in fondo ai tornei ATP (ha giocato due finali, perdendole entrambe). Ma, soprattutto, aveva fatto regolare richiesta e non avrebbe creato grossi problemi al torneo stesso.Forse non volevano correre il rischio di dover collocare la sua eventuale semifinale in sessione serale. Intanto l'israeliano è ancora in gara nel tabellone di doppio, poiché il suo match è stato collocato alle 18.45 locali, quando lo Yom Kippur sarà ormai terminato. Certo, per il torneo sarebbe stato complicato dover gestire un eventuale doppio impegno, tenendo conto dell'impossibilità di giocare prima del tramonto. Allora hanno preso una decisione un po' così, che potrebbe essere quasi considerata un dispetto. Lui si è comportato bene: ha giocato al massimo fino al limite dell'orario, rispettando gli spettatori che avevano pagato il biglietto. Ha provato a far coincidere esigenze tecniche e religiose, ma quando l'incompatibilità è stata inevitabile, ha scelto la religione. La sua scelta non farà notizia come quella di Koufax di oltre 50 anni fa, ma si è conquistato il rispetto degli ebrei di tutto il mondo.