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Riccardo Bisti
29 September 2017

Lo Yom Kippur vale più di una semifinale ATP

Polemica decisione di Dudi Sela: l'israeliano ha abbandonato il torneo ATP di Shenzhen perché stava per iniziare lo Yom Kippur, ricorrenza più sentita per la religione ebraica. Impossibilitato a giocare dopo il tramonto, si è ritirato qualche minuto prima. E pensare che aveva chiesto che il suo match fosse anticipato...

Nel 1965, Sandy Koufax cambiò l'immagine del giudaismo americano quando rifiutò di giocare la gara 1 delle World Series di baseball perché coincideva con lo Yom Kippur, il giorno più “sacro” per la religione ebraica. Poiché Dudi Sela viene da un paese, Israele, dove lo Yom Kippur viene rispettato anche dai meno religiosi, la scelta effettuata durante il torneo ATP di Shenzhen non sorprende. Giunto nei quarti dopo le vittorie contro Matthew Ebden e Mischa Zverev, avrebbe dovuto affrontare Alexandr Dolgopolov. Il programma sarebbe scattato alle 14 locali, con l'inizio dello Yom Kippur collocato per le 18.12 di Shenzhen (ora del tramonto). Sela aveva chiesto agli organizzatori di giocare come primo match, in modo da poterlo ultimare senza problemi e rispettare la ricorrenza religiosa. Invece hanno collocato il suo incontro dopo Laaksonen-Zhang, che però è durato oltre due ore. A quel punto, era chiaro che il match di Sela non sarebbe terminato prima del tramonto, salvo una conclusione piuttosto rapida. I due si sono equamente spartiti i primi due set. Dopo un game del terzo, a pochi minuti dal tramonto, Sela ha giocato l'ultimo punto e si è ritirato. La scelta degli organizzatori pare quantomeno curiosa: nessuno si sarebbe lamentato qualora Sela-Dolgopolov fosse stato collocato come primo match.

TENNIS E YOM KIPPUR
Non è la prima volta che il tennis israeliano ha problemi con lo Yom Kippur: nel 2013, il weekend di Coppa Davis fu collocato in occasione della ricorrenza (al sabato, mentre la serie contro il Belgio era prevista da venerdì a domenica). La federtennis israeliana chiese a quella belga di soddisfare le esigenze religiose, anticipando il match, ma ottenne un rifiuto. Intervenne l'ITF, che concesse effettivamente un giorno di pausa (si giocò venerdì, sabato e lunedì), ma stabilì una sanzione di 13.000 dollari alla federazione israeliana per compensare i disagi patiti dai belgi. Qualcuno potrebbe domandarsi come mai Sela abbia scelto di giocare questa settimana. Argomentazione un po' debole: è un professionista, poi raramente si è spinto in fondo ai tornei ATP (ha giocato due finali, perdendole entrambe). Ma, soprattutto, aveva fatto regolare richiesta e non avrebbe creato grossi problemi al torneo stesso.Forse non volevano correre il rischio di dover collocare la sua eventuale semifinale in sessione serale. Intanto l'israeliano è ancora in gara nel tabellone di doppio, poiché il suo match è stato collocato alle 18.45 locali, quando lo Yom Kippur sarà ormai terminato. Certo, per il torneo sarebbe stato complicato dover gestire un eventuale doppio impegno, tenendo conto dell'impossibilità di giocare prima del tramonto. Allora hanno preso una decisione un po' così, che potrebbe essere quasi considerata un dispetto. Lui si è comportato bene: ha giocato al massimo fino al limite dell'orario, rispettando gli spettatori che avevano pagato il biglietto. Ha provato a far coincidere esigenze tecniche e religiose, ma quando l'incompatibilità è stata inevitabile, ha scelto la religione. La sua scelta non farà notizia come quella di Koufax di oltre 50 anni fa, ma si è conquistato il rispetto degli ebrei di tutto il mondo.

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