DOPPIO, LA GIORNATA DEI LATINOS
Secondo Norrie, è stata una partita “malata”. Mentre il quinto set andava avanti, gli è tornato in mente l'estenuante Isner-Mahut del 2010, terminato 70-68 al quinto. “Ci ho pensato anch'io, credo che meriteremmo una statua – ha detto Clarke – direi che anche la nostra partita sia stata abbastanza lunga”. Detto che Isner e Mahut si sono accontentati di una targa celebrativa sul Campo 18, chissà se l'All England Club farà qualcosa del genere sul Campo 14. Difficile. Non sono mancate le critiche agli organizzatori, non tanto per la formula, ma per la programmazione: qualcuno sostiene che la durata complessiva (tre giorni) sia frutto di cattive scelte. Mercoledì avevano giocato soltanto un quarto d'ora, poi giovedì sono stati collocati come quarto match, in fondo al programma. Hanno iniziato alle 19 locali, a forte rischio di sospensione per oscurità, come poi è effettivamente accaduto. Solitamente, i match sospesi il giorno prima vengono collocati abbastanza presto nella giornata successiva. Giovedì sono rimasti in campo un paio d'ore, durante le quali Norrie ha accidentalmente colpito Arevalo con uno smash, causando un lungo stop, frutto di un ulteriore rallentamento. Andati a letto avanti due set a uno, i britannici hanno finito con l'arrendersi. Sulla seconda di servizio di Clarke, il salvadoregno ha risposto teso e basso, costringendolo a una complicata volèe. Podlipnik si è avventato sulla volèe alta e si è sdraiato sull'erba, salvo poi correre ad abbracciare il suo compagno. I due torneranno in campo oggi, per un match decisamente complicato contro Klaasen-Venus, un sudafricano e un neozelandese che saranno certamente più freschi, oltre a essere n.13 del seeding. Ma a Wimbledon possono succedere cose strane, soprattutto in doppio. Basti pensare al 2012, anno dell'incredibile vittoria di Jonathan Marray e Frederik Nielsen: non avevano mai giocato prima, non avrebbero (quasi) giocato dopo. Ma nel momento giusto fecero il capolavoro. E il tabellone si è incredibilmente aperto, con l'eliminazione di Marach-Pavis, teste di serie numero 1, per mano di un altro duo latino: Federico Delbonis e Miguel Angel Reyes Varela.