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Lo storico doppio di Poplipnik e Arevalo

L'incredibile successo di Marcelo Arevalo e Hans Podlipnik, coppia di secondo piano che sale sulla ribalta grazie a un match infinito, durato tre giorni e chiuso 22-20 al quinto set, al nono matchpoint, contro i britannici Clarke-Norrie. Un paio d'ore dopo, Clarke si è consolato con il doppio misto. Arevalo-Podlipnik torneranno in campo oggi: in quali condizioni?

Niente punto secco. Niente super tie-break. Niente formule abbreviate. A Wimbledon, il doppio riceve lo stesso trattamento del singolare. Si gioca con le stesse norme: game con i vantaggi, al meglio dei cinque set e senza il tie-break nell'ultimo parziale. Abituati allo snellimento del circuito ATP, fa quasi impressione leggere certi risultati. A maggior ragione la storica vittoria della strana coppia composta da Hans Podlipnik (numero 50 del ranking ATP di doppio) e Marcelo Arevalo (n.69). Il primo viene dal Cile, il secondo da El Salvador. La battaglia infinita è durata tre giorni a causa delle sospensioni per oscurità, e si è conclusa col punteggio di 6-4 6-7 5-7 6-4 22-20. A uscire sconfitti, i britannici Jay Clarke e Cameron Norrie. Ci si domanda se le nuove norme abbiano fatto bene alla specialità: da una parte, il torneo di Arevalo-Podlipnik potrebbe anche essere segnato, ma dall'altra avranno la soddisfazione di essere entrati nella storia. Curiosamente, due ore dopo la partita, Clarke è sceso in campo per il primo turno di doppio misto. Ha resettato la delusione e ha vinto la sua partita insieme ad Harriet Dart. Da quando è stato istituito il tie-break, è stata la seconda partita più lunga nel doppio maschile (per numero di game), la quarta per durata. Hanno giocato 87 game e 521 punti, spalmati su 5 ore e 2 minuti. Soltanto il quinto set è durato due ore e mezzo: iniziato prima del fischio di inizio di Francia-Uruguay a Mondiali di Calcio, è terminato quando i galletti avevano già strappato il pass per la semifinale. È stata una partita interessante, una vera battaglia di nervi. A un certo punto, vincere è diventata un questione di principio. Con la possibilità di servire per primi, Arevalo-Podlipnik hanno avuto un mucchio di chance: otto matchpoint falliti, salvo esplodere di gioia al nono.

DOPPIO, LA GIORNATA DEI LATINOS
Secondo Norrie, è stata una partita “malata”. Mentre il quinto set andava avanti, gli è tornato in mente l'estenuante Isner-Mahut del 2010, terminato 70-68 al quinto. “Ci ho pensato anch'io, credo che meriteremmo una statua – ha detto Clarke – direi che anche la nostra partita sia stata abbastanza lunga”. Detto che Isner e Mahut si sono accontentati di una targa celebrativa sul Campo 18, chissà se l'All England Club farà qualcosa del genere sul Campo 14. Difficile. Non sono mancate le critiche agli organizzatori, non tanto per la formula, ma per la programmazione: qualcuno sostiene che la durata complessiva (tre giorni) sia frutto di cattive scelte. Mercoledì avevano giocato soltanto un quarto d'ora, poi giovedì sono stati collocati come quarto match, in fondo al programma. Hanno iniziato alle 19 locali, a forte rischio di sospensione per oscurità, come poi è effettivamente accaduto. Solitamente, i match sospesi il giorno prima vengono collocati abbastanza presto nella giornata successiva. Giovedì sono rimasti in campo un paio d'ore, durante le quali Norrie ha accidentalmente colpito Arevalo con uno smash, causando un lungo stop, frutto di un ulteriore rallentamento. Andati a letto avanti due set a uno, i britannici hanno finito con l'arrendersi. Sulla seconda di servizio di Clarke, il salvadoregno ha risposto teso e basso, costringendolo a una complicata volèe. Podlipnik si è avventato sulla volèe alta e si è sdraiato sull'erba, salvo poi correre ad abbracciare il suo compagno. I due torneranno in campo oggi, per un match decisamente complicato contro Klaasen-Venus, un sudafricano e un neozelandese che saranno certamente più freschi, oltre a essere n.13 del seeding. Ma a Wimbledon possono succedere cose strane, soprattutto in doppio. Basti pensare al 2012, anno dell'incredibile vittoria di Jonathan Marray e Frederik Nielsen: non avevano mai giocato prima, non avrebbero (quasi) giocato dopo. Ma nel momento giusto fecero il capolavoro. E il tabellone si è incredibilmente aperto, con l'eliminazione di Marach-Pavis, teste di serie numero 1, per mano di un altro duo latino: Federico Delbonis e Miguel Angel Reyes Varela.

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