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Riccardo Bisti
01 February 2018

L'ITF Transition Tour è pronto: si parte nel 2019

La Federazione Internazionale ha svelato i dettagli del circuito di “transizione” che dall'anno prossimo rivoluzionerà i piccoli tornei. Gli eventi da 15.000 dollari non offriranno più punti ATP-WTA, bensì gli ITF Entry Points: una specie di “selezione” verso il professionismo vero e proprio. Tutti i dettagli.

Ci sono voluti 10 mesi affinché l'ITF comunicasse i dettagli del “Transition Tour” che scatterà l'anno prossimo. Ve ne avevamo parlato diffusamente: si tratta di un nuovo circuito, di cui faranno parte i tornei con 15.000 dollari di montepremi. Questi ultimi non daranno più punti per i ranking ATP-WTA, ma serviranno a dare l'accesso ai tornei più importanti. L'idea è creare una sorta di “ponte” tra i tornei giovanili e il circuito professionale, con l'obiettivo di distribuire il montepremi in modo più corretto. E consentire a più giocatori possibili di guadagnarsi da vivere con il tennis. Tutto è partito da uno studio commissionato dall'ITF, da cui è emerso che ogni anno la bellezza di 14.000 giocatori partecipano ai tornei professionistici, ma soltanto in 600 (336 uomini e 253 donne) chiudono almeno in pari, peraltro senza considerare i costi degli allenatori. Il Transition Tour si baserà su un circuito più “localizzato”, in modo da ridurre i costi sia per i giocatori che per gli organizzatori. Il progetto, condiviso con ATP e WTA, punta a ridurre il numero di giocatori dotati di una classifica mondiale. Attualmente sono circa 3.000, ma si dovrebbe arrivare a circa 750 per ogni singolo ranking. Sul piano pratico, gli attuali tornei da 15.000 dollari di montepremi (che peraltro sono la maggior parte) non offriranno più punti ATP-WTA, ma i soli “punti d'ingresso” ITF. I tornei da 25.000 dollari in su avranno una doppia valenza: tra le donne, continueranno a offrire punti WTA, mentre quelli maschili offriranno sia punti ATP che punti ITF (i punti ATP, tuttavia, arriveranno soltanto nei turni avanzati). Stesso discorso per le qualificazioni degli ATP Challenger: tutti i tabelloni preliminari dei tornei fino a 125.000 dollari offriranno il doppio punteggio. Dal 2020, anche i tornei maschili da 25.000 dollari offriranno soltanto gli “entry points” ITF. Insomma, diversi giocatori avranno punti in entrambe le classifiche. Ma come funzionerà il tutto? I due sistemi di classifica saranno strettamente collegati tra loro.

UOMINI: I migliori giocatori dell'ITF Entry Point avranno una serie di posti riservati nelle qualificazioni degli ATP Challenger. Il numero di posti sarà stabilito entro l'anno a seguito di ulteriori ricerche e monitoraggi.
DONNE: Ci saranno 5 posti per le migliori giocatori dell'Entry Ranking ITF nei tabelloni principali dei tornei da 25.000 dollari.
JUNIOR: I top-100 del ranking ITF Under 18 avranno a disposizione 5 posti in ogni main draw nei tornei del Transition Tour.

Ovviamente, ci saranno anche delle regole “al contrario”. Ovvero, i giocatori con buona classifica non potranno partecipare al Transition Tour, in modo da non occupare posti in tabellone e togliere possibilità agli aspiranti professionisti. In questo momento, I top-150 ATP e le top-10 WTA (!) non possono partecipare ai tornei da 15.000 dollari. Ad ogni modo, l'implementazione delle nuove classifiche scatterà a fine 2018: tutti i punti ATP-WTA guadagnati nei tornei da 15.000 dollari (e nei primi turni dei 25.000) saranno convertiti in ITF Entry Points. Le classifiche “virtuali”, tuttavia, saranno già visibili nel 2018, in modo che i giocatori possano vedere quali classifiche avranno a partire dall'anno prossimo.

Agevolazioni anche per gli organizzatori: i tornei da 15.000 dollari avranno meno obblighi e saranno più brevi, chiudendosi in sette giorni (qualificazioni comprese). Non sarà più necessario ospitare tre tornei consecutivi (come accade adesso per i tornei maschili), e ci saranno richieste inferiori anche per gli ufficiali di gara. Le norme più elastiche dovrebbero consentire a più Paesi di organizzare tornei di questo livello. Dave Haggerty, presidente ITF, ha detto: “La nuova struttura mondiale, realizzata in collaborazione con ATP e WTA, contribuirà a risolvere i problemi nella transizione tra l'attività junior e quella professionistica, consentendo a più giocatori di guadagnarsi da vivere. Sarà vitale non ridurre la possibilità, per i giocatori di qualsiasi provenienza, di tentare l'avventura nel tennis. Semplicemente potranno farlo in una struttura più mirata e conveniente”. La novità è stata accolta con favore anche dai vertici ATP e WTA. Ci vorrà qualche anno, ma sembra un'ottima iniziativa. Scompariranno i “rami secchi” del tennis, ovvero tutti quei giocatori che magari entrano in classifica senza avere effettive chance di guadagno. Se tutto andrà come previsto, tutti quelli che avranno un ranking ATP-WTA potranno definirsi “professionisti” a tutti gli effetti. Oggi non è così.

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