Marco Caldara
04 February 2018

12 ore di cuore: è l’Italdavis di Fognini

Un Fabio Fognini da applausi conquista il terzo punto del week-end di Morioka, e trascina l'Italia ai quarti di Coppa Davis. Il n.1 azzurro la spunta 7-5 al quinto set contro Sugita, in un match rocambolesco. Fabio sembra già senza energie nel terzo set, ma il suo serbatoio è inifinito: cancella un match-point nel quarto, risale da 1-4 nel quinto e vince dopo oltre 4 ore.
Avrà anche tutti i difetti del mondo, ma in pochissimi, nella storia dell’Italia di Coppa Davis, hanno saputo regalare il mix di gioia, amaro in bocca, ammirazione e suspance presente in tutti gli incontri di Fabio Fognini. Oggi è facile puntargli il dito contro, ma in futuro un giocatore in grado di emozionare così ci mancherà, proprio come la nazionale (e il tennis italiano in generale) rimpiangerà un numero uno da 14 set e dodici ore in tre giorni, capace di portare in campo quel cuore che magari nei tornei individuali non si vede sempre, ma quando c’è da giocare per la patria non manca mai. Fognini l’ha urlato al mondo ancora una volta, dalla remota Morioka Takaya Arena, che di solito ospita il ghiaccio mentre per un week-end ha fatto da teatro al one man show che ha portato l’Italia nei quarti di finale di Coppa Davis per la quinta volta negli ultimi sei anni. Ha fatto quasi tutto Fognini: cinque set al venerdì, vinti in rimonta contro Taro Daniel. Quattro al sabato, nel doppio con Simone Bolelli. Altri cinque set e altra rimonta alla domenica, 3-6 6-1 3-6 7-6 7-5 in un singolare contro Yuichi Sugita che definire rocambolesco sarebbe persino riduttivo, perché al peso del successo in sé vanno aggiunti i tantissimi ostacoli scavalcati nel corso del match, e le tante altre difficoltà incontrate ancora prima di scendere in campo. Le 7 ore e 33 minuti delle prime due giornate l’avevano messo all’angolo: in campo aveva entrambi i polsi e un ginocchio fasciati, e venerdì ha lamentato male a una spalla e sabato a un tallone, tanto che fino a poche ore prima del match non era sicuro di scendere in campo. “Di testa volevo giocare, ma ieri sera il fisico non rispondeva, così l’ho detto a Corrado, abbiamo avvisato Lorenzi e mi sono preso tempo fino a stamattina”, ha raccontato. Fortuna che – misteri del tennis – nel warm up si è sentito addirittura meglio dei due giorni precedenti, ha deciso di giocare e quel dettaglio ha reso la sua vittoria ancora più epica.
SEMBRA FINITA GIÀ NEL QUARTO SET
Nelle 4 ore e 8 minuti che hanno aperto e chiuso l’ultima giornata di Giappone-Italia è successo di tutto, e un buon 95% degli spettatori avrebbe scommesso casa e macchina che il match del ligure sarebbe finito nel terzo set, dopo un primo giocato meglio da Sugita e un secondo dominato grazie a un vistoso calo del giapponese. Una volta sarebbe andata proprio così: nel terzo Fognini è salito sul 2-0, poi ha perso quattro game di fila, quindi ha recuperato il break, ma un ottavo game infinito aveva tutta l’aria del colpo del KO. Fabio l’ha ceduto dopo 22 minuti e 28 punti, quattro palle-break salvate e sette palle game mancate. Sembrava una maledizione: giocava bene sulla parità, ma poi rovinava tutto quando era il momento di chiudere, e un errore del giudice di sedia ha rischiato seriamente di fargli perdere le staffe. L’arbitro ha ammesso che la chiamata “out” del giudice di linea su una seconda di servizio di Fabio è arrivata con grande ritardo, ma non ha fatto ripetere il punto. Fognini ha discusso per tre minuti abbondanti con lui e col supervisor, ma la decisione non è cambiata e poco dopo ha perso servizio e set, trovandosi costretto a rimontare di nuovo. Tuttavia, la sua capacità di tenere i nervi saldi e ripartire subito forte è stata fra le chiavi del successo. L’impressionante tendenza di Sugita ad accendersi e spegnersi in continuazione (o gioca un tennis fenomenale o non prende il campo, non esiste via di mezzo) l’ha tenuto in vita, ma le energie erano già poche e il 3-0 Italia è diventato 5-3 Giappone. Tuttavia, proprio al momento di servire per il match il 29enne di Sendai si è spento di nuovo, Fognini ha deciso di provarci e ha fatto il primo miracolo di giornata, riaprendo il set e andando a vincerlo al tie-break, con tanto di match-point cancellato sul 6-5.
FOGNINI RISORGE DA 1-4 NEL QUINTO SET
Il secondo, di miracolo, è invece arrivato in un quinto set diventato la sintesi perfetta di un match incredibile. Fognini si trascinava letteralmente fra un punto e l’altro, le gambe non andavano più, e un paio di distrazioni hanno avvicinato di nuovo Sugita al successo, mandandolo sul 4-1. L’azzurro non aveva più nemmeno la forza di arrabbiarsi ai suoi errori, ma di mollare non ci ha nemmeno pensato, andando avanti per inerzia. Fisicamente ne aveva meno, ma aveva più carattere, più grinta, forse più voglia (o capacità) di rifiutare la sconfitta e andare a vincere. È quello che ha fatto. Ha chiesto un aiutino al fisioterapista, per rinforzare il bendaggio al ginocchio sinistro, e al rientro in campo ha raccolto le ultime energie e lasciato andato il braccio. Ciò che è successo dopo ha dell’incredibile: ha vinto un game, poi un altro, un altro e un altro ancora, trovandosi come per miracolo sul 5-4 e servizio. Una situazione che ha scosso anche lui, così il break è subito tornato indietro, a zero. Ma ormai aveva deciso che non avrebbe perso più. Sul 5-5 di break se n’è preso un altro ed è volato 40-15 nel dodicesimo game, con due match-point sulla racchetta. Per aggiungere un pizzico di suspance ha pensato bene di mancarli entrambi, il primo con un doppio fallo, ma sulla successiva parità ha giocato un punto esemplare e quando Sugita ha steccato l’ultimo diritto si è finalmente lasciato cadere a terra, stremato ma felicissimo, per aver raccolto una delle vittorie più significative in carriera. Non lo sarà per il nome dell’avversario, ma lo diventa per contesto, condizioni (le sue, e quelle di gioco) e andamento del match.
“FOGNINI EROICO, UN GLADIATORE”
Al termine dell’incontro Fognini faticava anche solo a reggersi in piedi. “Sono morto, ma contentissimo. Ho dato tutto ciò che avevo, sono stato in campo dodici ore in tre giorni e non so nemmeno che dire. Le gambe non rispondevano più, ora non risponde più nemmeno la testa e adesso ho male ovunque. Ci tenevo tantissimo a vincere questa partita”. È la terza volta negli ultimi cinque anni che Fognini conquista tre punti nello stesso match: ce l’aveva fatta nei play-off del 2014 in Russia e l’anno dopo in Argentina, ma fra tutti questo è stato sicuramente il week-end più complesso, e lo incorona ancor di più come unico leader della nostra nazionale. “Fabio è stato straordinario – l’applauso di Corrado Barazzutti – vincendo una partita da grandissimo campione. È stato eroico, un gladiatore. Io come ex giocatore di Coppa Davis mi inginocchio davanti a una tale prestazione e soprattutto a un giocatore veramente straordinario come lui. Era già stanco prima di iniziare, figuriamoci come stava sotto 4-1 al quinto set. Aveva problemi fisici, due match impegnativi sulle spalle, ha incontrato tanti alti e bassi, delle condizioni di gioco non facili e un avversario che gioca molto bene, ma ha vinto lui. Questa è una grande vittoria di squadra, di un gruppo di ragazzi straordinari e animati da un grande spirito. È stata una trasferta dura, ma di grande soddisfazione”. L’entusiasmo per il finale da favola non deve far perdere la dimensione del successo complessivo: l’Italia era favorita e ha vinto, forse faticando anche più del dovuto contro un Giappone di riserva. Tuttavia, gli assenti hanno sempre torto e nella Coppa Davis attuale si può fare molta strada anche senza dei campionissimi. Ci proveranno anche gli azzurri, che dal 6 all’8 aprile avranno finalmente una nuova possibilità di giocare in casa, dopo tre trasferte consecutive. Avversaria, allo Stadio Beppe Croce di Valletta Cambiaso (Genova), una fra Francia e Olanda.

COPPA DAVIS 2018 – 1° TURNO WORLD GROUP
GIAPPONE – ITALIA 1-3
(Morioka Takaya Arena, Giappone, Greenset indoor)
Fabio Fognini (ITA) b. Taro Daniel (JPN) 6-3 3-6 4-6 6-3 6-2
Yuichi Sugita (JPN) b. Andreas Seppi (ITA) 4-6 6-2 6-4 4-6 7-6
Bolelli/Fognini (ITA) b. Mclachlan/Uchiyama (JPN) 7-5 6-7 7-6 7-5
Fabio Fognini (ITA) b. Yuichi Sugita (JPN) 3-6 6-1 3-6 7-6 7-5
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