Riccardo Bisti
29 January 2018

L'investitura di Laver: “Federer è il GOAT"

Mentre uno stordito Federer inizia le celebrazioni, il grande Rod Laver lo incorona: “È lui il più forte di tutti i tempi. Non si può ignorare Nadal, ma Roger ha superato la prova del tempo”. A 36 anni, lo svizzero sta giocando il miglior tennis di sempre. “Tira il rovescio come non mai, a rete non ha perso smalto e a volte il suo dritto sembra surreale”.

C'è quella frase magica, racchiusa da un acronimo ormai ben noto. GOAT, Greatest of All Time, il più grande di sempre. Fino a 12 mesi fa, il dibattito ospitava mille teorie, idee diverse, contrapposte. Roger Federer aveva vinto più Slam di tutti, ma soltanto uno negli ultimi sette anni (Wimbledon 2012). Sembrava vittima di un declino tanto normale quanto irreversibile. Oggi è cambiato tutto, non solo perché ha appena intascato il 20esimo Major (il terzo negli ultimi quattro giocati), ma perché ha appena incassato l'incoronazione di Rod Laver. Proprio lui, l'unico ad aver completato due volte il Grande Slam (1962 e 1969), lo ha incoronato come “il più grande”: “Penso che Roger Federer sia il più grande giocatore che abbia mai messo piede su un campo da tennis – ha detto Laver, a cui è intitolato il centrale dell'Australian Open – ci sono molti grandi giocatori: penso a Nadal, capace di vincere 10 Roland Garros. Non puoi certo ignorarlo. Tuttavia, penso che Roger sia il più grande nelle occasioni importanti, su qualsiasi superficie. Ha superato la prova del tempo, probabilmente l'unica che ti consente di entrare nella categoria dei più grandi. Roger ama il gioco, tutto quello che fa è collegato a questo. È insolito vedere un campione come lui vincere a 36 anni, dopo sette partite difficili. La sua tenacia e la sua abilità ti sorprendono. Sul campo da tennis non sembra che sia correndo. È qualcosa di diverso, sembra che stia fluttuando”. L'argomento resta di difficile interpretazione, anche per il vecchio assioma secondo cui “non si possono paragonare giocatori di epoche diverse”. Onestà intellettuale, poi, impone di ricordare che sia Laver che Ken Rosewall hanno saltato una valanga di Slam (rispettivamente 20 e 44) perché erano passati professionisti in epoca dilettantistica. Il parere dello stesso Laver, tuttavia, pesa come un macigno. E qualcuno, in piena esaltazione post-successo, ha detto che Federer può essere addirittura considerato il più grande sportivo di sempre.

TORNERÀ A MELBOURNE NEL 2019
In queste ore, Roger sta ancora festeggiando il sesto titolo australiano. Nella mattinata di Melbourne si è concesso un gioioso photoshooting con il trofeo tra le mani. “Mi sarebbe piaciuto dormire qualche ora in più” ha scherzato, pur ribadendo che le celebrazioni dureranno ancora un po'. Se nel discorso post-vittoria, bagnato da qualche lacrima di commozione, non aveva dato appuntamento all'anno prossimo, a mente fredda ha detto che nel 2019 tornerà a Melbourne per difendere il titolo. In questo momento, tuttavia, la priorità è festeggiare con la famiglia e gli amici più stretti. Ovviamente, lontano da occhi indiscreti. “Adoro l'idea di non avere niente da fare per le prossime due settimane. Sarò tranquillo, quindi potrò dedicarmi alla festa. 20 Slam è una cifra speciale, che merita le dovute celebrazioni”. Accompagnato dalla Norman Brookes Challenge Cup, Federer si è recato presso la Government House di Melbourne, dove ha incontrato la governatrice del Victoria Linda Dessau e il marito Tony Howard. C'era un plotone di giornalisti, con i quali non ha mancato di scherzare. Quando gli hanno chiesto di sedersi e posare con il trofeo, ha risposto: “Con il mio corpo ormai vecchiotto...come farò ad alzarmi? Non lo so ancora!”. Erano passate una dozzina di ore dall'ultimo punto della finale contro Cilic: “Le mie gambe sono stanche e sono ancora un po' confuso. Le ultime due settimane sono state un turbine di emozioni... sto cercando di metabolizzare il tutto. L'anno scorso c'era soprattutto incredulità per essermi svegliato con il trofeo. Quest'anno mi sembra surreale, non posso credere di aver difeso il titolo dopo tutti questi anni. È molto speciale e forse ci vorrà del tempo per rendermene conto”. Alla vigilia, lo svizzero aveva minimizzato la possibilità di difendere il titolo, facendo leva sull'età. “Un 36enne non è mai favorito per vincere uno Slam” era stata la frase-slogan. L'approccio soft gli ha dato una mano. “Sono state due settimane strane, non posso crederci. Non ero sicuro di essere in grado di farcela. Era come se sentissi che arrivasse qualcuno e non sarei stato in grado di fermarlo. Forse l'anno prossimo, quando tornerò, penserò di vincere il torneo e probabilmente non lo farò. Meglio non avere troppe aspettative, soprattutto nei miei ultimi anni di carriera. Mi servirà a restare rilassato”.

UN DRITTO “SURREALE”
Intanto le suggestioni non si fermano. Qualcuno gli ha fatto notare che ci sarebbero altri record da mettere nel mirino. Per esempio, i 24 Slam intascati da Margaret Court, record assoluto (anche se ben 13 sono arrivati in epoca dilettantistica). Inevitabile che Roger ci vada piano. “Sinceramente non pensavo nemmeno che fosse possibile arrivare a 20 – ha detto – non è qualcosa a cui stia pensando, a essere onesti. Sono molto felice di essere a 20”. Con un pizzico di orgoglio, tuttavia, ha confermato di stare giocando il miglior tennis della sua vita. A 36 anni, con l'innesto di Ivan Ljubicic nel suo team, continua ad aggiungere tasselli al suo tennis e ad adattarlo alle esigenze attuali. “In effetti mi meraviglia come riesca a giocare così bene a 36 anni – dice Rod Laver, che durante la premiazione ha immortalato la scena con il suo telefono cellulare – qualche anno fa non aveva un rovescio così competitivo, mentre la capacità di giocare a rete è rimasta intatta. Ci si domanda dove abbia imparato tutto questo, perché da giovane trascorreva più tempo palleggiando da fondocampo”. Il nuovo Federer accorcia i punti, aspetto basilare per mantenere una buona forma fisica anche in partite lunghe e combattute. La sua capacità di giocare controbalzo, oltre a sfibrare Marin Cilic, ne ha preservato i muscoli. “Dopo cinque set, si poteva pensare che un 36enne avrebbe faticato. Invece stava bene esattamente come nel primo”. Il mitico Rocket si chiede spesso per quanto potrà durare ancora questo stato di grazia. Nessuno conosce la risposta, forse neanche il diretto interessato. Per adesso, continua a deliziare con un arsenale tecnico eccezionale. “Amo il modo in cui esegue i vari colpi. Sa giocare d'anticipo, ma il timing è qualcosa di magico. Nei primi due set della finale, il dritto è stato surreale. Lo guardavo e mi domandavo per quanto tempo avrebbe potuto continuare così”. È durato a sufficienza per incassare lo Slam che – secondo il grande Laver – ha scodellato una sentenza: Roger Federer è il più grande tennista di sempre. Il dibattito andrà avanti all'infinito, ma certi pareri non possono essere ignorati.

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