SERVIZIO IMPRENDIBILE
La seconda ora di allenamento si è concentrata su esercizi nei colpi da fondocampo, con esercizi al servizio e in risposta. “Ora capisco perché è quasi impossibile brekkarlo. Colpisce così bene i suoi bersagli che non hai quasi chance di mettere la racchetta nella maggior parte delle occasioni. Non serve a velocità straordinaria, ma sa mascherare così bene le sue intenzioni che è davvero difficile reagire. Davvero incredibile”. Un paio di amici hanno effettuato foto e video dell'allenamento: un cimelio molto prezioso perché, in quelle due ore, il simpatico Elliott è stato vittima di un black out, assuefatto dal suo compito. A fine allenamento, foto di rito per imprigionare nella memoria due ore indimenticabili. Gli auguri di Orkin non hanno portato troppa fortuna a Federer, che qualche giorno dopo avrebbe perso negli ottavi contro Millman. “Vorrei poter avere l'opportunità di parlare nuovamente con lui, ma so di non poter essere troppo avido. Il semplice fatto di condividere i campo con lui è stato un grande onore”. Orkin ha poi chiuso il suo intervento, scherzando, dicendo che gli sarebbe piaciuto avere un posto in tribuna per il titolo di Federer allo Us Open. Per sua sfortuna, non c'è andato neanche vicino. Ma l'esperienza resta, e chissà che non possa essere una motivazione per lo stesso Orkin, che lo scorso aprile si era portato a ridosso dei top-1000 ATP, ma ormai non svolge attività internazionale dallo scorso gennaio. In fondo, una sua concittadina aveva già annusato l'aria del grande tennis prima di dover smettere per problemi fisici: Melanie Oudin, infatti, è nata a Marietta, Georgia, proprio come lui.