L'Armata Russa si prende un pezzo di California

Finale a sorpresa a Indian Wells: undici anni dopo, torna un derby russo. Si giocheranno il titolo Svetlana Kuznetsova ed Elena Vesnina. La prima, in particolare, ha giocato un match attento e spettacolare contro la Pliskova, ritrovando la finale del deserto californiano dopo 9 anni. Le due si conoscono da quando avevano 12 anni, ma si sono affrontate solo due volte.

Era arrivata in finale nel 2007 e nel 2008, ma Svetlana Kuznetsova non ha mai sollevato il (pesantissimo!) trofeo di Indian Wells. Non pensava di avere grosse chance nel 2017, tenendo conto che era il suo primo torneo dopo un mese di stop. Invece è di nuovo in finale, dove troverà la sua amica Elena Vesnina: è l'esito delle semifinali “notturne” di venerdì, scelta per favorire la TV ma che non ha pagato sul piano del pubblico. Due sfide tutte europee non hanno scaldato il pubblico americano, Larry Ellison compreso, assente dalla sua poltrona in prima fila. Ma si sono sbagliati: il 7-6 7-6 con cui la Kuznetsova si è imposta sulla Pliskova è stata una bella partita, foriera di 70 colpi vincenti e tanti scambi al fulmicotone. Avrebbe meritato più pubblico, atmosfera, entusiasmo. “Sveta” compirà 32 anni il prossimo 27 giugno, ma sta vivendo una seconda giovinezza. Il clamoroso sprint di fine 2016, che l'aveva spedita alle WTA Finals, si è fatto sentire nei primi tornei dell'anno. Ma all'Indian Wells Tennis Garden abbiamo ritrovato una giocatrice in gran forma e bella da vedere. Ok, si vede che il dritto gliel'hanno assemblato in Spagna, ma per il resto ha un braccio morbido, una testa pensante e due gambe-motorino. La fase difensiva ha fatto la differenza in un match vinto più nettamente di quanto dica il punteggio. La russa è partita forte (break in avvio), poi però non è riuscita a chiudere quando è andata a servire per il set. Affidandosi alla consueta combinazione servizio-dritto (o solo servizio, o solo dritto), la ceca si è rimessa a galla, ma oggi aveva meno soluzioni. E si è visto nel tie-break. Ancora più qualità nel secondo set: se la Pliskova faceva danni con il dritto a uscire, la Kuznetsova si difendeva alla grande, arpionando le palle più complicate con uno slice basso ed efficace. Ha avuto due chance di fuga sul 3-2, ma è stata brava la Pliskova ad annullarle, con due super-vincenti (un rovescio lungolinea e un bel dritto). Senza più sussulti si arrivava al tie-break, e lì la ceca andava in corto circuito. Sarà stata stanchezza, o forse frustrazione, ma ha sbagliato moltissimo. Un dritto largo spediva la Kuznetsova in finale. “Sono già arrivata qui 10 anni fa – ha detto nell'intervista sul campo – è splendido riprovarci di nuovo. Conosco Elena sin da quando avevamo 12 anni, giocavamo spesso a Sochi, in Russia. Mi aspetto un match complicato perché lei ha fatto un gran lavoro, sia l'anno scorso che in avvio di 2017”. Un match da vedere: se la Vesnina ha un gioco offensivo, proiettato verso la rete, la Kuznetsova non è soltanto corse e passanti: in questo Friday Night ha mostrato alcune volèe smorzate, nonché un complicato dropshot da fondocampo, che hanno fatto sorridere gli dei del tennis.

PRIMA GRANDE FINALE PER ELENA VESNINA
A undici anni dalla sfida tra Maria Sharapova ed Elena Dementieva, sarà di nuovo derby russo. Nella prima semifinale, la Vesnina ha tenuto a bada una Mladenovic così così. E' finita 6-3 6-4, ma il punteggio è spiegato dall'avvio di entrambi i parziali: nel primo, la russa è salita 5-0, mentre nel secondo 3-0 e poi 5-1. La Mladenovic ha provato a non arrendersi, spronata dal suo clan, ma il divario era ormai troppo. Per Elena (che l'anno scorso aveva perso addirittura nelle qualificazioni) sarà la prima finale WTA dopo 11 mesi, giusto premio dopo i buoni successi contro Kerber e Venus Williams. “Alla fine ho avuto qualche problema perché Kristina ha iniziato a giocare a braccio sciolto – ha detto la Vesnina, che in effetti ha avuto qualche brivido sul 5-4 – mi ha messo molta pressione, io ho provato a restare calma e concentrata, punto dopo punto”. L'intervento di papà Sergey all'ultimo cambio di campo le ha certamente dato una mano. Da parte sua, la Mladenovic ha ammesso la superiorità dell'avversaria. “Ha giocato veloce, aggressiva. Non mi sono dispiaciuta, ho portato avanti la mia tattica, ma lei ha giocato troppo veloce. Non credo che avrei potuto fare molto meglio. Ci ho provato fino alla fine e credo di averlo mostrato”. Non è bastato. E così, l'Armata Rossa che aveva sconquassato il tennis femminile nei primi anni 2000 vivrà un colpo di coda con due giocatrici non più giovanissime: Elena e Svetlana fanno 61 anni in due e hanno già scavallato metà carriera. In un torneo azzoppato da assenze, sorprese e cattive prestazioni, sono state le più brave. Non è detto che sia un male, soprattutto per chi cerca incertezza e – magari – anche uno spettacolo diverso. Nonostante la lunga conoscenza, si sono affrontate solo due volte, con un bilancio di una vittoria a testa. A Dubai 2009 vinse la Vesnina, a Oeiras 2014 ci fu la rivincita della Kuznetsova. L'impressione è che i precedenti non contino granché: a fare la differenza (domenica alle 20 italiane, diretta SuperTennis) saranno gambe, cuore, testa e muscoli.

WTA PREMIER MANDATORY INDIAN WELLS – Semifinali
Elena Vesnina (RUS) b. Kristina Mladenovic (FRA) 6-3 6-4
Svetlana Kuznetsova (RUS) b. Karolina Pliskova (CZE) 7-6(5) 7-6(2)


VIDEO: Vesnina b. Mladenovic 6-3 6-4
VIDEO: la Plislkova rischia di far male alla giudice di sedia

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