QUELL'ASTA BENEFICA
Per recuperarli, Becker ha rivolto un appello pubblico. “Una serie di trofei della carriera del signor Boris Becker non sono disponibili perché lui non è in grado di ricordare dove si trovino – dice un comunicato congiunto dell'ex campione tedesco e dei suoi curatori fallimentari – sembra che diverse istituzioni tennistiche (All England Club, DTB, USTA, Tennis Australia e Hall of Fame) non detengano i trofei mancanti. Per questo, il signor Becker e i suoi curatori fallimentari rivolgono un appello congiunto al pubblico per avere qualsiasi informazione che permetta di localizzare i trofei mancanti”. In 15 anni di carriera, il tedesco ha vinto 64 tornei (49 in singolare). Pare che all'appello manchino 14 trofei. In particolare, sarebbe importante recuperare quelli di Wimbledon, la cui vendita gli consentirebbe di incassare un milione di euro, ottima cifra per alleggerire il rapporto con i debitori. Secondo le informazioni raccolte da Bild, Becker pensava che i trofei fossero custoditi da Wimbledon o dalla federtennis tedesca (DTB). Ricordava male. In una recente intervista, parlando del fallimento decretato lo scorso giugno, Becker non ha discusso il merito della questione “ma non siamo d'accordo sull'interesse che devo versare”. A suo dire, le sue società non sono coinvolte nella procedura d'insolvenza e ha sottolineato che è falso sostenere che sia al verde. Circa un mese fa, tuttavia, aveva fatto una brutta figura in occasione di un''asta benefica. Boris aveva messo a disposizione la racchetta con cui aveva giocato la sua ultima partita (contro Pat Rafter a Wimbledon 1999). Il collezionista aveva pagato ben 10.000 euro, ma gli era stato consegnato un altro attrezzo. Christian Moser, legale di Boris, non ha potuto negare l'evidenza e ha rimediato consegnando la racchetta originale all'acquirente. Qualcuno aveva polemizzato perché Boris non aveva ancora versato i soldi incassati all'ente benefico, unico beneficiario del'asta. Una telenovela che sembra non avere fine.