LA FORZA DELL'UNDERDOG
E così è arrivato il break decisivo al sesto game, rimontando da 40-15. Pochi minuti dopo sigillava il 6-2 4-6 7-6 6-7 6-3 finale. D'altra parte, coach Jim Madrigal lo aveva detto. “Quando sembra stanco, non lo è. Ha uno spirito combattivo superiore a quello di molti top-40 ATP”. I top-40 li avvicinerà sul serio dopo la clamorosa corsa a Melbourne. Contro Thiem ha meritato di vincere perché ha avuto più coraggio e non ha mai mostrato segni di cedimento mentale. Con quell'aria da turista, capitato lì per caso, sembra quasi disinteressato a quello che succede in campo. È questo, ancor più delle qualità tecniche, ciò che ha impressionato. Non si è mai scomposto, non ha mai dato segni di cedimento. Anzi, ha spesso fatto la cosa giusta. Avrebbe potuto chiudere in quattro set se Thiem non avesse azzeccato due punti da urlo nel tie-break del quarto set. E allora l'epilogo è giusto, anche perché l'austriaco ha sbagliato troppo. Ha giocato un discreto match, ma non riesce a decifrare gli Slam fuori dalla terra battuta. Non ha mai passato il quarto turno: un problema, per chi è numero 5 ATP. Ma oggi il palcoscenico è tutto per Sandgren, che peraltro affronterà Hyeon Chung, giustiziere di Djokovic, in un incredibile quarto di finale. “Non so ancora se si tratta di un sogno o no – ha detto Sandgren, offrendo l'onore delle armi a Thiem – ha giocato alcuni sprazzi di grande tennis. Sapevo che avrei dovuto prendere le mie chance, e che da fondocampo mi avrebbe messo in difficoltà. Per questo, avrei dovuto essere aggressivo”. Ha ammesso, l'americano, di avere utilizzato a suo vantaggio il fatto di non essere così conosciuto dai migliori, i quali non avrebbero saputo cosa aspettarsi. Peccato per il clima dell'Hisense Arena: non c'era il tutto esaurito, anche perché Thiem-Sandgren era l'unico match di singolare programmato su quel campo. Ma l'atmosfera era comunque elettrizzante, perché Sandgren ha scritto una piccola favola.