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Riccardo Bisti
22 January 2018

L'American Dream rimane vivo grazie a Tennys

Con una grande prestazione, Tennys Sandgren batte anche Dominic Thiem. Unico americano ancora in gara, mostra un tennis di notevole qualità e centra i quarti. Quattro anni fa si operava all'anca, l'anno scorso perdeva al primo turno delle qualificazioni. Ha sorpreso per il notevole sangue freddo.

Soltanto quattro anni fa, Tennys Sandgren si operava all'anca e non ha potuto camminare per un mese. Poi, uno stop dal tour di sei mesi. Era uno dei tanti carneadi che si arrabattano tra Futures e Challenger, sconosciuto ai più. Qualche curioso aveva notato quel nome di battesimo così particolare, scelto dai genitori David e Lia in onore al bisnonno svedese. “Con un nome così avrei dovuto per forza giocare a tennis. Non dico diventare un fenomeno, ma essere almeno dignitoso”. La sua fiaba si sta scrivendo, fragorosa, laddove non aveva mai superato le qualificazioni. Aveva azzannato in extremis l'ammissione diretta all'Australian Open, mentre adesso è la sorpresa assoluta del torneo. Numero 97 WTA, ha vinto un match straordinario contro Dominic Thiem, numero 5. C'è qualche demerito dell'austriaco, ma prevalgono i meriti del ragazzo del Tennessee, 26 anni, professionista dal 2011. Non solo qualità tecnica, ma anche mentale. Persino morale, nel restare incollato al match dopo che Thiem gli aveva cancellato un matchpoint nel tie-break del quarto set con un fantastico rovescio lungolinea. Un altro gran rovescio portava Thiem a setpoint e allungava la pugna al quinto set. Vista la differenza di abitudine a certi palcoscenici, si pensava che sarebbe crollato al quinto. Macché. Ha cancellato una palla break in avvio, ok, ma poi ha continuato a esprimere un tennis di prima qualità. Servizio puntuale (supportato da una clamorosa percentuale di prime palle), dritto all'americana, rovescio di buon livello (soprattutto in lungolinea) e una buona mano sotto rete. Il tutto, supportato da una buona condizione atletica a dispetto di un fisico che tradisce qualche puntata di troppo al McDonald's.

LA FORZA DELL'UNDERDOG
E così è arrivato il break decisivo al sesto game, rimontando da 40-15. Pochi minuti dopo sigillava il 6-2 4-6 7-6 6-7 6-3 finale. D'altra parte, coach Jim Madrigal lo aveva detto. “Quando sembra stanco, non lo è. Ha uno spirito combattivo superiore a quello di molti top-40 ATP”. I top-40 li avvicinerà sul serio dopo la clamorosa corsa a Melbourne. Contro Thiem ha meritato di vincere perché ha avuto più coraggio e non ha mai mostrato segni di cedimento mentale. Con quell'aria da turista, capitato lì per caso, sembra quasi disinteressato a quello che succede in campo. È questo, ancor più delle qualità tecniche, ciò che ha impressionato. Non si è mai scomposto, non ha mai dato segni di cedimento. Anzi, ha spesso fatto la cosa giusta. Avrebbe potuto chiudere in quattro set se Thiem non avesse azzeccato due punti da urlo nel tie-break del quarto set. E allora l'epilogo è giusto, anche perché l'austriaco ha sbagliato troppo. Ha giocato un discreto match, ma non riesce a decifrare gli Slam fuori dalla terra battuta. Non ha mai passato il quarto turno: un problema, per chi è numero 5 ATP. Ma oggi il palcoscenico è tutto per Sandgren, che peraltro affronterà Hyeon Chung, giustiziere di Djokovic, in un incredibile quarto di finale. “Non so ancora se si tratta di un sogno o no – ha detto Sandgren, offrendo l'onore delle armi a Thiem – ha giocato alcuni sprazzi di grande tennis. Sapevo che avrei dovuto prendere le mie chance, e che da fondocampo mi avrebbe messo in difficoltà. Per questo, avrei dovuto essere aggressivo”. Ha ammesso, l'americano, di avere utilizzato a suo vantaggio il fatto di non essere così conosciuto dai migliori, i quali non avrebbero saputo cosa aspettarsi. Peccato per il clima dell'Hisense Arena: non c'era il tutto esaurito, anche perché Thiem-Sandgren era l'unico match di singolare programmato su quel campo. Ma l'atmosfera era comunque elettrizzante, perché Sandgren ha scritto una piccola favola.

SFIDA POSSIBILE CON CHUNG
Non solo è l'unico americano rimasto in gara nel singolare maschile, ma è anche il secondo giocatore negli ultimi 20 anni a raggiungere i quarti all'Australian Open alla prima apparizione. Dopo Nicolas Escudè nel 1998, l'unico a riuscirci era stato Alexandr Dolgopolov nel 2011. Un risultato antistorico, anche pensando alla sua carriera: ha tardato l'ingresso tra i professionisti per frequentare l'università, peraltro ottenendo buoni risultati a livello NCAA con la franchigia della University of Tennessee, cogliendo la finale a squadre e arrivando in semifinale nel torneo individuale (perse contro Rhyne Williams). Si è presentato a Melbourne con appena due vittorie nel circuito ATP, entrambe ottenute lo scorso agosto a Washington. Nemmeno lui avrebbe mai immaginato di arrivare tra i primi otto dell'Australian Open. Invece ce l'ha fatta e, incredibilmente, il sogno può ancora andare avanti. "Ho giocato un paio di settimane fa contro Hyeon Chung, è stata una partita di tre set. Quel match mi ha aiutato ad alzare il livello, sarà bello affrontarlo nei quarti”. Un anno fa, perdeva al primo turno delle qualificazioni contro Kimmer Coppejans: la sua storia insegna che perseverare può essere una buona idea. Magari non sempre, ma spesso sì.

AUSTRALIAN OPEN 2018 – Ottavi di Finale
Tennys Sandgren (USA) b. Dominic Thiem (AUT) 6-2 4-6 7-6 6-7 6-3

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