UNA SCELTA IMPOPOLARE
Il suo ingresso tra le prime 10 le ha fatto conquistare tanti sponsor. Persino Rolex ha scelto di legarsi a Caroline, che compirà 25 anni il prossimo 16 ottobre. I soldi arrivano, ma nemmeno quelli sembrano essere il motore portante della sua esistenza. “I miei genitori mi hanno tramesso il valore delle cose. Prima di spendere, ci penso su”. Per arrivare lassù, tuttavia, ha dovuto tribolare. A fine 2016 ha fatto una scelta impopolare, rinunciando alla Fed Cup. Peccato mortale, nella patria di Monsieur Chauvin. Un dolore alla sciatica, inoltre, l'aveva convinta ad abbandonare il doppio, dove raccoglieva un successo dopo l'altro insieme a Kristina Mladenovic. Secondo il suo preparatore atletico di allora, Jerome Simian, non poteva nemmeno piegarsi per allacciare le scarpe. Scelte discutibili ma legittime, forse comunicate nel modo sbagliato. Ha informato la Mladenovic con un messaggio: da lì si è scatentata la tempesta. Le ex compagne di squadra l'hanno ripudiata, mentre la Mladenovic ne ha dette di tutti i colori: l'ha accusata di ingratitudine verso la FFT e una certa mancanza di autonomia. Lei l'ha presa male. Si è rifugiata in se stessa, nell'ovile familiare. Per blindare le sue fragilità, ha chiamato una persona che l'ha aiutata a “gestire ed esprimere le mie emozioni”. Mental trainer, psicologo, non si sa. È ben noto, invece, il ruolo di Jerome Simian nella ricostruzione di un corpo a brandelli. Adesso è in condizioni fisiche perfette. Molti si domandano e sue origini, visto il cognome spagnoleggiante. Facile: i suoi bisnonni vivevano nel sud della Spagna, da cui sono andati via sul finire del 19esimo secolo per migrare in Algeria, laddove è nato il padre. Caroline tiene molto alle sue origini spagnole. Ha imparato la lingua e, come detto, ha scelto il club Los Balcones per allenarsi in alcuni periodi dell'anno. In questi giorni si trova a Lione, a trovare i suoi cuginetti, prima di dare l'assalto al Roland Garros. Laddove si è rivelata, e laddove avrà tutti gli occhi addosso. Non le piace. A differenza della Mladenovic, non ama troppo fare show. Però, quando sente la tempesta attorno a sé, sa cosa fare: appoggiare lo sguardo sui suoi genitori. “Gioco a tennis per spingere il più possibile i miei limiti. È uno sport individuale, ma si concretizza un lavoro di squadra. C'è una forte condivisione, soprattutto con la mia famiglia”. Già, la famiglia.