“IL GRUNTING NON E' UN PROBLEMA”
Il CEO WTA si è poi espresso su un argomento molto dibattuto negli anni scorsi: il grunting, ovvero l'eccessivo “accompagnamento sonoro” delle giocatrici a ciascun colpo. Durante la presidenza Allaster, l'argomento era stato preso molto sul serio. Erano stati avviati dei test per misurare l'entità dei grugniti: per intenderci, alcune giocatrici (Sharapova, Azarenka, Larcher de Brito) avevano superato i 100 decibel. La stessa Elena Vesnina, vincitrice a Indian Wells, accompagna i suoi colpi con un curioso “ahia!”. Rendendosi conto che non si potevano modificare le abitudini delle giocatrici già formate, la WTA aveva puntato forte sulla “formazione” delle nuove giocatrici, educandole a un sobrio silenzio al momento di colpire la palla. La Allaster aveva addirittura ventilato l'ipotesi di sanzioni pecuniarie per le giocatrici troppo rumorose. In realtà, il problema è nato molti anni fa, con l'arrivo di Monica Seles. Fu proprio il rumore generato da Monica a far istituire l'hindrance rule, la norma che penalizza la giocatrice che disturba deliberatamente l'avversaria. Durante una finale di Wimbledon, la Seles fu costretta a restare in silenzio e perse nettamente contro Steffi Graf. Preoccupata dalle critiche di alcuni addetti ai lavori, la Allaster adottò alcune misure anti-grunting per prevenire la fuga di sponsor, tenendo presente che la WTA era appena rimasta senza il partner principale, Sony Ericsson. Da allora sono passati cinque anni e Simon ha ridimensionato il problema: sotto la sua presidenza non ci saranno ulteriori sforzi per contro il grunting. “Abbiamo già una regola: se una giocatrice disturba l'avversaria, c'è la possibilità di penalizzarla. Più in generale, non mi sembra che il problema sia presente come qualche anno fa. Meno giocatrici grugniscono”. In altre parole: strillate quanto vi pare. Se esagerate, tocca agli arbitri stabilire se intervenire o lasciar perdere.