TANTI FATTORI IN BALLO
Più in generale, allo Us Open viene utilizzato da molti anni il Decoturf, superficie dura, un po' meno confortevole rispetto al Plexicushion australiano, definita come “medio-veloce” nella scala di velocità stabilità dall'ITF. È fisiologico che il campo si velocizzi con l'andare del torneo, perché l'ultimo strato della superficie acrilica (che contiene sabbia) si consuma col gran numero di partite, ben cinque al giorno, senza contare gli allenamenti. Il dibattito sulla velocità dei campi importanti è un argomento ricorrente. Ad esempio, all'Australian Open si è discusso a lungo su una presunta maggiore velocità. In realtà, certi campi erano stati ridipinti prima di altri, dunque con l'usura erano risultati più veloci di altri. Secondo Brewer i campi dello Us Open 2017 sono stati preparati in un raggio di 30 giorni, e l'Arthur Ashe è stato completato in contemporanea con la maggior parte degli altri. Ovviamente, le percezioni sulla velocità di un campo sono dettate da mille fattori come il tipo di palle o le condizioni meteo. Ad esempio, nella prima settimana ha fatto molto caldo. Quando le temperature sono molto alte, la palla viaggia più lentamente nell'aria e i rimbalzi sono più alti (in effetti, le condizioni migliori per Nadal). “Le valutazioni dei giocatori sono soggettive e dipendono da altri fattori: ad esempio, potrebbero aver cambiato la tensione delle corde, oppure essere condizionati dall'umidità”. Anche Gilbert ha ammesso che il meteo può essere un fattore importante: “Il campo può cambiare drasticamente a seconda delle condizioni. Anche le palline possono reagire in modo diverso alle condizioni climatiche”. Le semifinali maschili sono previste a partire dalle 22 italiane, dunque piuttosto tardi. L'ipotetica Federer-Nadal, quasi certamente, sarà collocata come seconda. Una specie di sessione notturna, insomma. In linea teorica, potrebbe essere un piccolo vantaggio per Federer.