“L'ho perso”.
Un paio d'anni fa, Anastasija Sevastova si era scoperta campionessa proprio allo Us Open, quando raggiunse i quarti. Un risultato ancora più emozionante, tenendo conto che dal 2013 al 2015 aveva appeso la racchetta al chiodo. Infortuni di vario genere l'avevano convinta ad annunciare il ritiro. Poi ci aveva riprovato, ripartendo da zero. Ma veramente da zero. Durante la sua campagna newyorkese indossava il cappellino dei New York Yankees, la celeberrima squadra di baseball. Perse contro la Wozniacki, poi avrebbe eguagliato il risultato dodici mesi dopo, arrivando a un passo dal successo contro Sloane Stephens, futura vincitrice. Si dice che non ci sia due senza tre. Detto, fatto. Con un grande terzo set, ha cancellato Elina Svitolina. Il punteggio dice tutto: 6-3 1-6 6-0. Ma non ci sono stati problemi fisici dell'ucraina (a parte una magrezza ormai inquietante): Anastasija ha giocato un terzo set fantastico, disegnando il campo con maestria, alternando colpi vincenti, smorzate, pallonetti, passanti... tutto. Gioca bene, la ragazza di Liepaja (cittadina sul Mar Baltico, a 180 km da Riga). Però, quest'anno, non indossa il cappellino degli Yankees, e nemmeno quello dei Giants mostrato l'anno scorso. “L'ho perso” ha detto con candore. Due anni fa, lo aveva comprato perché le piaceva il logo, non certo per arruffianarsi il pubblico americano. “Ma ne venderanno parecchi, qui fuori” le hanno fatto presente. “Sì, li ho provati, ma non ce n'era nessuno che mi piacesse. Allora mi sono detta: 'Cos'altro posso indossare? Beh, non ho trovato niente". Tuttavia, il suo bel tennis va oltre la scaramanzia. E sarà lei a cercare di fermare la striscia vincente di Sloane Stephens, reduce da una striscia di 11 vittorie di fila. Lo scorso anno arrivò a tanto così dal farcela. Stavolta, onestamente, il divario sembra essersi allargato.