Chiunque ami la letteratura ricorderà la figura di Francois Lepic, protagonista di uno dei romanzi più famosi di sempre: Pel di Carota. Lo avevano soprannominato così per il rutilismo e, nel racconto di Jules Renard, era vittima di vessazioni da parte della famiglia. Francois sfogò la sua frustrazione diventando bugiardo e nervoso: in sintesi, una cattiva persona. Pel di Carota è l'intenso racconto di un'infanzia difficile ed è attuale ancora oggi, a oltre un secolo dalla sua pubblicazione. Tra qualche giorno, l'Italia del tennis vedrà da vicino la Pel di Carota del tennis. Con quei capelli rossi e la carnagione chiara, il nomignolo si appiccica perfettamente ad Alison Van Uytvanck, probabile singolarista numero 2 del Belgio. Ma c'è una differenza sostanziale tra Pel di Carota e la Van Uytvanck: lei non ha mai perso la dolcezza e ha saputo accettarsi, supportata dalla famiglia. Perché Alison, da ragazzina, è stata vittima di bullismo. Aveva 12 anni ed erano le altre baby-tenniste a prenderla in giro, poiché ben presto aveva scoperto di essere attratta dalle donne. “Ma già a 15-16 anni di età non mi importava più niente, ci potevo convivere. Il mio successo nel tennis è la risposta a chi si è comportato così. Forse adesso si rendono conto del male che mi hanno fatto”. Oggi Alison sta bene: accanto a lei c'è Greet Minnen, altra tennista, tre anni più giovane. Stanno insieme da oltre due anni e tra poco andranno a convivere.. Margaret Court, dichiaratamente anti-gay, ha detto che lo spogliatoio WTA è pieno di lesbiche, condendo le sue parole con affermazioni totalmente fuori luogo, tirando in ballo addirittura “il diavolo”. Vale la pena ricordarle perché molte giocatrici hanno paura di ammettere la propria omosessualità. Lo ha ben spiegato Johanna Larsson, raccontando di aver taciuto a lungo per evitare conseguenze. Altre, probabilmente, non faranno mai coming out.