L'Italia ha vissuto una storia simile una ventina d'anni fa, quando la saltatrice in lungo Fiona May vinse l'oro ai Mondiali di atletica leggera a Goteborg. La si poteva considerare italiana? Se ne parlò a lungo, poi prevalse la linea del “sì”, tenendo conto che la medaglia era comunque stata ottenuta da un'atleta formalmente italiana (si era sposata l'anno prima con Gianni Iachipino). Stessa storia per le medaglia della canoista Josefa Idem. In Gran Bretagna sono più abituati agli atleti naturalizzati, eppure la popolarità ottenuta a Wimbledon ha riacceso una vecchia questione riguardante Johanna Konta. Le neo n.4 WTA è nata a Sydney, in Australia, da genitori ungheresi, ma si è trasferita in Gran Bretagna all'età di 14 anni. Nel 2012 ha preso la cittadinanza: da allora rappresenta il paese anche nelle competizioni ufficiali. In un'intervista realizzata per BBC Radio, il presentatore John Humphrys ha tirato fuori la questione ed è stato oggetto di critiche, vuoi per la vena polemica, vuoi perché le domande contenevano una serie di imprecisioni. “Noi parliamo di te come britannica, ma sei nata in Ungheria, con cittadinanza australiana. Mi sembra di ricordare che, dopo la vittoria nei quarti, l'alto commissario australiano abbia detto: 'E' grande vedere vincere un'aussie', mentre noi dicevamo: 'E' grande vedere vincere una britannica'. Insomma, chi sei?" Con una risata, la Konta ha replicato: “Sono nata in Australia da genitori ungheresi, ma ormai ha vissuto quasi quasi metà della mia vita, dunque sono cittadina britannica e sono incredibilmente orgogliosa di rappresentare la Gran Bretagna. Lo faccio ufficialmente dal 2012, ma sul piano personale è così dal 2005, quando mi sono trasferita qui”.