L'avventura di Sam Groth nel singolare di Wimbledon si è esaurita al primo turno delle qualificazioni, dove ha perso al fotofinish contro il nostro Simone Bolelli. Non l'aveva presa benissimo, visto che ha spaccato la sua racchetta dopo il doppio fallo che aveva sancito l'11-9 al terzo, e poi l'ha scagliata via. In realtà, Groth si sta specializzando nel doppio. Gli è andata decisamente meglio, con una sconfitta negli ottavi insieme all'esperto Robert Lindstedt dopo un buon successo contro Murray-Soares, teste di serie numero 3. Si erano aperti il tabellone, invece sono inciampati al turno successivo contro il duo tutto croato, composto da Nikola Mektic e Franko Skugor. Archiviata la delusione, Groth (ex marito della ex giocatrice Jarmila Gajdosova, slovacca, che ha preso il passaporto australiano dopo il matrimonio con lui) si è rituffato nel tour con l'obiettivo di risollevarsi anche in singolare. In un filmato realizzato per il suo video blog, tuttavia, ha raccontato la sua piccola odissea per arrivare a Newport, Stati Uniti, sede dell'ultimo torneo stagionale sull'erba. E' sempre interessante leggere queste storie: accadono spesso, ma raramente escono dalla sfera privata dei giocatori, anche nell'epoca dei social network. E pensare che il viaggio da Londra a Newport doveva essere abbastanza agevole. Partenza al mattino presto e volo diretto per Chicago, dove avrebbe trovato una coincidenza per Providence, Rhode Island, distante una cinquantina di chilometri da Newport. L'arrivo era previsto per le 14.30 locali, perfetto per sistemarsi in attesa dei primi allenamenti (a causa del suo ranking al n.201 ATP, Groth è costretto a giocare le qualificazioni).