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Cosimo Mongelli
05 September 2018

La gara di resistenza va a Del Potro

Il caldo non lascia New York: Del Potro e Isner giocano in condizioni quasi proibitive e la spunta l'argentino, il cui dritto ha fatto più male rispetto al servizio di Isner. Giusto così: passa il più completo, ma ha speso davvero molto. Per sua fortuna, avrà due giorni pieni di recupero prima della semifinale.

È Juan Martin Del Potro a rimanere in piedi sul ring, alla fine di un match giocato sotto un sole cocente e avvolto da un’aria quasi irrespirabile. A rimanere in piedi al cospetto di un generoso e mai arrendevole John Isner. A qualificarsi per la sesta semifinale Slam in carriera e vincere, meritatamente, la dodicesima sfida in carriera contro l’americano. Si erano già incontrati a livello Slam, quest’anno, a Parigi, dove Palito s’era imposto agevolmente con un periodico 6-4. Assai più combattuta, la sfida newyorkese. Combattuta e condizionata dalle condizioni climatiche che, mai come quest’anno, stanno indirizzando e contribuendo a riscrivere match altrimenti scontati e prosciugando le energie fisiche (e di conseguenza mentali) dei protagonisti.Durante la pausa ho fatto una doccia e la voglia di tornare in campo non c’era. Con questo caldo è impossibile giocare a tennis, ma lo facciamo per la gente meravigliosa che c’è qui. I giorni di riposo saranno fondamentali. Non guarderò Nadal-Thiem questa sera, magari esco con gli amici” le parole a “caldo” del gigante di Tandil. Ed è proprio la pausa di dieci minuti, diventata regola in questo torneo, a segnare lo spartiacque dell'incontro. I giocatori tornano in campo dopo che Delpo si è issato due set a uno. L’argentino, nel corso del torneo, non ha ancora perso un set. E alla fine del primo, vinto a suon di ace dall’americano che approfitta, nel tie-break, di uno dei pochissimi errori dell’argentino, l’impressione è che ci possa essere l’ennesimo risultato contro pronostico.

UN FINALE SURREALE
Del Potro non si perde d’animo e prende in mano le redini di un match che in realtà, anche nel primo set, l’aveva visto rischiare poco o nulla. Ottenuto facilmente il break nel quarto gioco, pareggia i conti dei set ancora più facilmente (nel secondo set ha ceduto soltanto tre punti al servizio). S’ode la torcida argentina far festa e il terzo set, a conti fatti quello che ha deciso il match, culmina nuovamente al tie-break, in cui Palito demolisce a suon di vincenti di dritto le certezze residue di Isner, che lancia segnali inequivocabili di stanchezza. Arriva la pausa e al ritorno in campo bastano pochi scambi per accorgersi che il finale è già scritto. Isner, pare davvero non averne più. Cede subito il servizio, rischia di cederne un altro, con Palito che si fa sempre più propositivo sulla battuta di John. L'americano fa piovere ace, saranno 26 in tutto, come sempre. Ma è sempre più in difficoltà sulle sassate di dritto dell’argentino. Isner ci mette il cuore. Si salva dal doppio break, rischia addirittura di recuperare il maltolto nel game successivo. Del Potro si issa sul 4 a 1 e da lì in poi si assiste ad un finale quasi surreale. Un’avvisaglia di crampi, per l’argentino, che non può chiedere il medical time out ma solo un fugace massaggio. Che quasi senza muoversi riesce comunque a portare a termine l’incontro. L’apoteosi al termine del game più lungo. Sul primo matchpoint, un Isner oramai stremato ed esangue, affossa in rete. C’è l’abbraccio tra i due. C’è l’apoteosi per Del Potro che alza le braccia al cielo con la consapevolezza che mai come quest’anno può bissare quell’ultimo e unico successo del 2009.

US OPEN UOMINI – Quarti di Finale
Juan Martin Del Potro (ARG) b. John Isner (USA) 6-7 6-3 7-6 6-2

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