LE PROMESSE SONO FUORI DAI TOP-100
Invece, con il progressivo sgretolamento dei “Moschettieri” che hanno tenuto in piedi il tennis francese negl ultimi anni, si ritrova da solo. E la pressione si fa sentire. Se escludiamo l buon mese di febbraio (vittoria a Montpellier e finale a Dubai, dove risiede), ha giocato una stagione al di sotto di ogni aspettativa. Durante il match contro Auger Aliassime aveva un atteggiamento passivo, arrendevole, sconcertante. Per ora la classifica gli dà una mano: affinché esca dai top-20 deve verificarsi un'improbabile combinazione di risultati (devono andare molto avanti Coric, Tsitsipas, Verdasco, Shapovalov e Querrey), ma la tendenza è preoccupante. E la Francia è rimasta senza un leader. Il giocatore più forte degli ultimi anni, Jo Wilfried Tsonga, è fermo da mesi per un infortunio e ne ha approfittato per sposarsi. Dovrebbe tornare allo Us Open, ma difficilmente sarà già competitivo. Monfils continua tra alti e bassi, Gasquet ha spesso problemi alla schiena, Mannarino ha limiti precisi e tutti gli altri sono un gradino sotto. L'ultimo ranking ATP senza top-20 francesi è quella del 23 ottobre 2006. Dei primi venti di allora ne sono rimasti soltanto tre: Roger Federer, Rafael Nadal e Novak Djokovic. C'era anche Andy Murray, che però oggi è molto indietro e sta cercando di recuperare. Dodici si sono ritirati. Gasquet era in 24esima posizione, mentre oggi è 28esimo. La sensazione è che Pouille stia soffrendo oltre misura il ruolo di nuovo leader, e che magari non sia competitivo come sembrava uno-due anni fa. In effetti, nei primi anni di carriera è stato bravo a sfruttare alcune situazioni favorevoli, per non dire fortunate. Oggi fatica a passare un turno e la Francia guarda alle retrovie, individuando tre nomi: Corentin Moutet (n.110 e gran personaggio, di cui vi abbiamo già parlato), Quentin Halys e il nome nuovo Ugo Humbert, salito al n.141 dopo la vittoria al ricco Challenger di Segovia. Sul piano strettamente numerico la Francia ci starà sempre davanti perché ha più tesserati, più campi, più tornei e più giocatori. In questo momento, tuttavia, l'Italia sta meglio. Alzi la mano chi ci avrebbe scommesso, soltanto quattro mesi fa.