Riccardo Bisti
21 August 2018

La FIT sta cercando una sede da 3.200 mq

La Federazione Italiana Tennis sta cercando una sede. Angelo Binaghi ci aveva spiegato le ragioni due anni fa. La struttura dovrà misurare 3.200 mq e ospiterà gli studi di SuperTennis. Si tratta di una spesa sostenibile, ma c'è l'augurio che arrivino investimenti altrettanto importanti per il Settore Tecnico.
Foto di Antonio Costantini

Nel novembre 2016, Angelo Binaghi aveva mostrato una certa convinzione e l'aveva motivata. Durante una lunga intervista, chi scrive gli chiese quali fossero gli immediati progetti di investimento della Federazione Italiana Tennis, una delle più ricche del panorama nazionale e che nel bilancio previsionale del 2018 ha previsto un fatturato di 58.588.953€. Senza dimenticare un fondo cassa che nel 2016 superava i 20 milioni, frutto degli utili di bilancio fatti registrare nel corso degli anni. La risposta non ebbe esitazioni: "Dobbiamo comprare una sede. All'Olimpico non ci stiamo più, poi l'attuale studio di SuperTennis è preso in affitto in una palazzina della FIPAV. A quel punto potremmo prendere le persone di cui abbiamo bisogno, perché in questo momento siamo sottodimensionati. E non possiamo mettere le scrivanie a castello... insomma, abbiamo bisogno di spazio. Lo hanno già fatto la pallavolo, il calcio, lo sta facendo il rugby. Abbiamo bisogno di una sede, come peraltro abbiamo già fatto con le sedi dei comitati regionali, dunque evitando di pagare l'affitto. Insomma, c'è un aspetto operativo che ci spinge a investire in questo senso. Lo faremo non appena ci sarà l'occasione: negli ultimi due anni ho già visitato 7-8 palazzi a Roma. Appena ci sarà l'occasione, investiremo. Ma sappiate una cosa: in prospettiva, impressionano molto di più di 5-6 milioni di utile previsionali rispetto ai 20 già in cassa”. Binaghi giustificava quest'ultima affermazione sostenendo che l'investimento previsto per l'acquisto di una sede (quantificato in circa 10 milioni di euro), unito al fondo rotativo per il miglioramento delle strutture, avrebbe comunque mantenuto in cassa 5 milioni. “Cifra giusta. Se non facessimo nulla, continueremmo ad accumulare denaro. E se dovessi scommettere, direi che l'utile è destinato ad aumentare”. Da allora sono passati quasi due anni, e l'intenzione di acquistare una sede ha preso forma. Lo scorso 30 luglio, il sito FIT ha pubblicato un avviso di indagine di mercato per la ricerca di un immobile che possa diventare la nuova sede della Federtennis. Detto che per anni gli uffici federali sono stati nella palazzina delle federazioni di Viale Tiziano, mentre la sede attuale è nella pancia dello Stadio Olimpico di Roma, per l'esattezza nella Curva Nord, ecco i requisiti richiesti per l'operazione, sintesi di un documento piuttosto dettagliato.

LE CARATTERISTICHE RICHIESTE
La metratura dell'immobile (o complesso immobiliare) deve essere di 3.200 metri quadrati, così suddivisi: 2.800 dedicati ad uffici e ad uso lavorativo, nonché almeno 400 adibiti allo svolgimento di produzioni televisive. Pare ovvio che l'intenzione sia di racchiudere in un'unico luogo la sede della FIT e quella del canale televisivo SuperTennis. In effetti, sin dalla nascita della TV (lanciata il 10 novembre 2008), FIT e SuperTennis non hanno mai avuto la stessa sede. Come detto, gli uffici federali sono allo Stadio Olimpico, mentre il canale ha trasmesso per qualche anno da Via Edoardo Jenner, nel quartiere Gianicolense, mentre circa due anni fa si è spostato in Via Vitorchiano 81-87 (non troppo distante dalla sede RAI di Saxa Rubra), nella stessa palazzina che è anche sede della FIPAV (Federazione Italiana Pallavolo). A conferma di quanto la FIT tenga al progetto-sede, la nota spiega che l'avviso non compare soltanto sul sito istituzionale, ma anche sui giornali più importanti: Corriere della Sera, Repubblica, Messaggero e Sole 24 Ore. La struttura, che dovrà comprendere almeno 200 postazioni di lavoro (oltre a rispondere a una serie di requisiti, sia quelli di legge che quelli operativi e funzionali), sarà ubicata all'interno del Comune di Roma e dovrà essere ristrutturata o comunque in perfetto stato. L'avviso ammette un progetto di ristrutturazione qualora lo stato attuale dell'immobile non fosse adeguato alle richieste. In questo caso, andrà presentato un progetto con relativi costi e tempistiche. Gli eventuali lavori non potranno superare i 180 giorni. Tra le caratteristiche ritenute più importanti, ci sarà la disponibilità di parcheggi (almeno 50 posti auto più 20 posti moto), oltre a una dislocazione che terrà conto di vari aspetti: non solo il pregio dell'immobile e la signorilità della zona, ma anche il collegamento garantito dai mezzi pubblici e la prossimità con la zona del Foro Italico, che ovviamente rimane un luogo cruciale per il mondo FIT. Vista la metratura così importante, è ovvio che si tratterà di un immobile a più piani, compreso l'eventuale sottosuolo. Nell'avviso, è specificato che non ci dovranno essere più di 4 piani fuori da terra. I soggetti che vorranno avviare la trattativa per la vendita dell'eventuale sede, dovranno far pervenire la documentazione richiesta entro mezzogiorno del 31 ottobre 2018.

LE RAGIONI DI UNA SCELTA
È opportuno segnalare che la scelta di dotarsi di una nuova sede non è un capriccio, per almeno due motivi: uno empirico, l'altro oggettivo. In effetti, la sede attuale fatica a contenere le attività di una federazione così grande. Fondamentalmente, si tratta di un corridoio con una serie di uffici tutti situati da un unico lato. Avendo la FIT un numero importante di dipendenti, una sede più grande può essere sensata. La ragione oggettiva riguarda le altre federazioni: come segnalava Binaghi, altre associazioni hanno già effettuato il passaggio. Per comprendere la situazione, abbiamo verificato le sedi delle 10 federazioni sportive con il maggior numero di tesserati (a proposito, la FIT dovrebbe aver superato anche la pallavolo ed essersi portata al secondo posto alle spalle del calcio, avendo raggiunto la cifra di 373.157 tesserati, con un un incremento di oltre 40.000 unità rispetto all'anno precedente. Va detto, tuttavia, che a tale crescita non si è accompagnata quella dei tesserati agonisti, rimasti invariati rispetto all'anno precedente: 104.116). In effetti, soltanto due delle 10 top-federazioni sportive hanno sede allo Stadio Olimpico di Roma: oltre alla FIT, c'è la Federazione Italiana Nuoto. Calcio, Pallavolo, Pallacanestro e Atletica Leggera si sono dotate di una propria sede in palazzine più o meno grandi, più o meno accoglienti. Le ultime tre, tra l'altro, sono molto vicine tra loro (pallacanestro e pallavolo addirittura nella stessa via). Sono rimaste nel vecchio palazzo delle federazioni di Viale Tiziano la FIPSAS (Pesca Sportiva e Attività Subacquee) e la FMI (Federazione Motociclistica Italiana). È curiosa la situazione di altre due federazioni top: la FIJLKAM (che racchiude in un'unica sigla Judo, Lotta, Karate e Arti Marziali) ha sede ad Ostia, sul litorale romano, mentre non è certo una sorpresa che la Federazione Italiana Vela abbia sede in una località di mare: nella fattispecie, Genova. E allora, vista la mole di attività necessarie per una federazione così grande, la scelta di cercare una struttura più accogliente è legittima. Volendo fare demagogia a tutti i costi, ci si potrebbe domandare se è il caso di spendere una cifra così importante. La risposta è arrivata direttamente da Binaghi nel virgolettato di inizio articolo: in effetti, con oltre 20 milioni in cassa, il bilancio della federazione non viene intaccato perché si va ad attingere a risorse che non toccano il fatturato annuo. Anzi, in cassa rimane comunque una cifra importante. In altre parole, lo stato patrimoniale consente un'operazione del genere senza il rischio di contraccolpi. L'unica domanda riguarda l'investimento destinato all'attività sportiva. Avendo moltissimi soldi in cassa, la FIT non potrebbe cercare di potenziare in modo aggressivo il Settore Tecnico, visti i mediocri risultati nella produzione diretta di giocatori? Se è vero che il tennis italiano sta vivendo un buon momento, soprattutto in campo maschile, la pressoché totalità dei nostri migliori giocatori non è da considerarsi prodotto federale (anche se è onesto ricordare che quasi tutti usufruiscono di sostegno FIT sotto forma di contributi, compensi, servizi e strutture). Viste le enormi risorse a disposizione, l'osservatore romantico auspicherebbe un pesante investimento sul Settore Tecnico in via prioritaria rispetto a una sede.

LE SPESE PER L'ATTIVITÀ SPORTIVA
Dando un'occhiata al bilancio preventivo del 2018 (l'ultimo conto economico disponibile è quello del 2016), si scopre che le spese annue per l'attività sportiva ammontano a circa 6 milioni e mezzo di euro, così suddivisi (segnaliamo solo le voci più importanti).

297.400€ - Spese di trasferta e di soggiorno
2.500.000€ - Contributi ad associazioni (soprattutto alla Mario Belardinelli SSD) e terzi
1.143.600€ - Spese di trasferta (viaggio, vitto e alloggio) per i giocatori convocati sia a Tirrenia che nei raduni per le altre strutture.
151.000€ - Compenso per lo staff sanitario
138.600€ - Compenso per lo staff tecnico
1.824.411€ - Contributi per i giocatori impegnati nei circuiti ATP-WTA-ITF
5.000€ - Spese per l'antidoping
70.000€ - Attività per i veterani
151.158€ - Spese per la Fed Cup (due incontri)
374.877€ – Spese per la Coppa Davis (due incontri). Da segnalare che nelle spese per la Coppa Davis c'è la voce “compensi” che manca per la Fed Cup: nel 2018, Fognini e company si sono spartiti 103.160 euro elargiti direttamente dalla FIT per rispondere alla convocazione in nazionale.

La cifra complessiva stanziata per tutte le voci legate al Settore Tecnico è definita in 6.647.636 euro. Non è una somma trascurabile e ci sono tante voci meritorie che non vengono promosse a sufficienza come il supporto e i contributi agli atleti (anche se è curioso verificare che lo staff sanitario prenda più soldi di quello tecnico, di cui fa parte Corrado Barazzutti), ma la sensazione è che le risorse – tra fatturato annuo e fondo cassa – consentirebbero interventi decisamente maggiori per migliorare la resa del Settore Tecnico Federale che, non dimentichiamo, è la via pubblica per accedere al tennis di alto livello. Vivaddio, in Italia ci sono alcune accademie che producono ottimi risultati, ma ovviamente costano. E non tutte le famiglie possono permettersi spese importanti. Per questo (e pur sottolineando i contributi pubblici per chi si allena in strutture private), sarebbe molto importante avere un Settore Tecnico efficiente e, soprattutto, efficace. Per riuscirci, l'unica via è acquisire il personale migliore. Ma i migliori, come è ovvio, costano. Il tutto, a prescindere dai 3.200 metri quadri che ospiteranno la nuova sede della Federazione Italiana Tennis.
Foto di Antonio Costantini
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