Nel momento in cui Nick Kyrgios ha dato forfait, l'attenzione mainstream si è spostata su Marco Trungelliti. La sua storia, fatta di viva umanità, ha conquistato tutti. Nell'ombra, tuttavia, si erano accese le speranze di Marco Cecchinato. Il 25enne azzurro ha subito annusato la possibilità di sfruttare il “buco” in tabellone e raggiungere almeno il terzo turno. Con tutto il rispetto, Marius Copil, Bernard Tomic (quello attuale, almeno) e lo stesso Trungelliti rappresentano gli avversari ideali nello spot di un tabellone Slam. Il problema, per Marco, era sfruttare il corridoio. Lunedì aveva rischiato grosso contro il rumeno: forte di un servizio-bomba e un tennis un po' inusuale, gli aveva preso due set di vantaggio. Si è salvato per un pelo, facendo valere una condizione fisica nettamente superiore. E oggi, contro Marco Trungelliti, si è potuto rifugiare nei suoi schemi preferiti: servizio in kick, dritto che fa male, rovescio decisamente migliorato. Si è visto tutto, nel 6-1 7-6 6-1 che lo spedisce ai piedi della seconda settimana. Soltanto un anno fa sembrava utopia, oggi è realtà grazie a un lavoro mirato e la mano di coach Simone Vagnozzi. L'ascolano non era a Budapest, nella settimana dell'inatteso primo titolo ATP, mentre è a Parigi e si sta godendo i risultati di un capolavoro su tutta la linea: tecnico, perché Cecchinato è migliorato in ogni zona del campo. Morale, perché l'indolenza e la tendenza ad accontentarsi di qualche anno fa sembrano scomparse. È tornata la “fame”, la stessa che lo aveva spinto a lasciare la calda Sicilia in età a adolescenziale, per tentare l'avventura in Alto Adige alla corte di coach Massimo Sartori e all'ombra di Andreas Seppi. Non è stato semplice: da ragazzino non era considerato tra i talenti principali del panorama nazionale: “Non contavo niente, neanche in Italia”. Per qualche tempo aveva ossigenato ai capelli, come a voler farsi notare, a gridare “Ci sono anch'io”.