AVANTI CON ANABEL, PER ORA
Qualche maligno sussurra che l'abbiano trattata come un vincitrice di Serie B, perché il servizio fotografico post-vittoria non è stato fatto con la Tour Eiffel sullo sfondo, ma davanti al Campo Suzanne Lenglen, accanto alla statua della “Divina”. A lei sembra non interessare. E' un tipo interessante, la Ostapenko, difficile da inquadrare. Sembra allegra, ma parla a monosillabi. Sorride spesso, ma chi la conosce dice che ha un carattere difficile. Non bada molto all'apparenza, per quanto gli sponsor le abbiano messo gli occhi addosso già da tempo, anche grazie al paziente lavoro del manager Ugo Colombini, che l'aveva notata quando era ancora una bambina. All'evento più importante per i cronisti lèttoni si è presentata con una tuta grigia, anonima, come se fosse uscita dalla più banale sessione in palestra. Non ha espresso concetti così importanti, salvo darci una notizia: andrà avanti con Anabel Medina Garrigues fino alla fine di Wimbledon. L'accordo con la giocatrice-coach spagnola era valido solo fino al Roland Garros, ma adesso è cambiato tutto: prospettive, guadagni, percezione del progetto. Jelena Jakovleva, la madre, resterà l'allenatrice principale, ma è lei – per prima – a riconoscere i meriti della Medina. “Il suo merito è aver aumentato la soglia di concentrazione di Jelena – dice – per sbagliare meno, ha bisogno di mettere attenzione su ogni palla. Con Anabel ce l'ha fatta”. Parlando con i giornalisti, mamma Ostapenko ha raccontato di non essere andata a Parigi per i primi turni. Ha sofferto davanti alla TV per tutta la prima settimana, poi è arrivata in tempo per i quarti.