Guardate la foto qui sopra: Nick Kyrgios aveva appena stretto la mano a Kei Nishikori, sconfitto al terzo turno di Wimbledon. Ancora in campo, seduto sulla sua panchina, si è tolto le scarpe da tennis per indossare quelle da basket. Poi ha infilato la mano sul borsone e ha tirato fuori il cellulare, apparentemente per mandare un messaggio. Il tempo passa: quattro anni fa, sconosciuto ai più, fece lo sgambetto a Rafa Nadal. Oggi ha 23 anni, il tempo scorre e sembra difficile pensare che possa cambiare. Secondo alcuni appassionati, tiene l'atteggiamento di chi gioca a beach tennis in spiaggia, tra un tuffo e l'altro. A volte gioca un tennis fenomenale, a volte sembra del tutto disinteressato a quello che accade. Sabato sera, Kyrgios e Nishikori sono scesi in campo intorno alle 19 locali. Nessuno credeva che avrebbero fatto in tempo a finire. Ma Kyrgios ha favorito una rapida conclusione, lasciando andare il primo set in appena 16 minuti. Aveva una fretta esagerata. Il giudice di sedia lo ha dovuto fermare tra una prima e una seconda palla, perché un raccattapalle era ancora in campo quando lui era già pronto a servire la seconda palla. Perso il primo set, ha provato a scuotersi, ma non è riuscito a rimandare l'esito a lunedì: 6-1 7-6 6-4 e bye bye sogni di gloria. Una delusione tremenda. “Non stavo bene – ha detto Kyrgios – ero nervoso, molte cose non funzionavano. Il break al primo game non mi ha aiutato, sono finito in preda al panico. Tutto è andato a rotoli. Facevo fatica a muovermi, il mio gioco di gambe era terribile. Credo sia stata solo una brutta giornata, non so come descriverla”. Ne ha approfittato un giocatore che è l'opposto di lui: tranquillo, disciplinato, attento. “Prima della partita ho parlato con Nick – ha detto Nishikori – eravamo concordi sul fatto che non c'era possibilità di finire. Per me è stata una sorpresa, alla fine non potevo vedere la palla”. Come spesso accade, la prestazione di Kyrgios è stata condizionata dal suo atteggiamento. La tenuta mentale resta il suo punto debole, e ci si domanda se sarà mai in grado di trovare una soluzione. Quando gli hanno chiesto come possa lavorare per non farsi prendere dal panico, ha scosso la testa, alzato le spalle e si è limitato a dire: “Non lo so”.