Kyrgios fa troppo rumore... su Instagram

Pochi giorni dopo le critiche di Marion Bartoli, che lo definiva “poco professionale”, Nick Kyrgios gioca una pessima partita e lascia Wimbledon al terzo turno. “Non ci interessa quello che hai da dire” aveva replicato alla Bartoli, ma poi dopo la sconfitta indossa scarpe da basket e prende in mano il telefonino.

Guardate la foto qui sopra: Nick Kyrgios aveva appena stretto la mano a Kei Nishikori, sconfitto al terzo turno di Wimbledon. Ancora in campo, seduto sulla sua panchina, si è tolto le scarpe da tennis per indossare quelle da basket. Poi ha infilato la mano sul borsone e ha tirato fuori il cellulare, apparentemente per mandare un messaggio. Il tempo passa: quattro anni fa, sconosciuto ai più, fece lo sgambetto a Rafa Nadal. Oggi ha 23 anni, il tempo scorre e sembra difficile pensare che possa cambiare. Secondo alcuni appassionati, tiene l'atteggiamento di chi gioca a beach tennis in spiaggia, tra un tuffo e l'altro. A volte gioca un tennis fenomenale, a volte sembra del tutto disinteressato a quello che accade. Sabato sera, Kyrgios e Nishikori sono scesi in campo intorno alle 19 locali. Nessuno credeva che avrebbero fatto in tempo a finire. Ma Kyrgios ha favorito una rapida conclusione, lasciando andare il primo set in appena 16 minuti. Aveva una fretta esagerata. Il giudice di sedia lo ha dovuto fermare tra una prima e una seconda palla, perché un raccattapalle era ancora in campo quando lui era già pronto a servire la seconda palla. Perso il primo set, ha provato a scuotersi, ma non è riuscito a rimandare l'esito a lunedì: 6-1 7-6 6-4 e bye bye sogni di gloria. Una delusione tremenda. “Non stavo bene – ha detto Kyrgios – ero nervoso, molte cose non funzionavano. Il break al primo game non mi ha aiutato, sono finito in preda al panico. Tutto è andato a rotoli. Facevo fatica a muovermi, il mio gioco di gambe era terribile. Credo sia stata solo una brutta giornata, non so come descriverla”. Ne ha approfittato un giocatore che è l'opposto di lui: tranquillo, disciplinato, attento. “Prima della partita ho parlato con Nick – ha detto Nishikori – eravamo concordi sul fatto che non c'era possibilità di finire. Per me è stata una sorpresa, alla fine non potevo vedere la palla”. Come spesso accade, la prestazione di Kyrgios è stata condizionata dal suo atteggiamento. La tenuta mentale resta il suo punto debole, e ci si domanda se sarà mai in grado di trovare una soluzione. Quando gli hanno chiesto come possa lavorare per non farsi prendere dal panico, ha scosso la testa, alzato le spalle e si è limitato a dire: “Non lo so”.

LA POLEMICA CON LA BARTOLI
È terminata così, ingloriosamente, una campagna erbivora nata con ben altre premesse. Della permanenza londinese di Kyrgios si ricorderà la polemica a distanza con Marion Bartoli. La vincitrice di Wimbledon 2013 lo aveva criticato, dicendo che non avrebbe mai vinto uno Slam perché non possiede una sufficiente etica del lavoro. “Non può crescere. È infantile, proprio come Gael Monfils”. Inevitabilmente, Kyrgios ha scelto Instagram per replicare. “Chi sei tu per giudicare il modo in cui facciamo le cose? Chi sei tu per dirci come fare, quando non hai idea di quello che abbiamo passato? Smetti di pensare di sapere cosa è meglio per gli altri quando pensi di aver avuto un piccolo successo. Sappiamo che vuoi restare rilevante, ma a noi non interessa quello che hai da dire”. Più diplomatica, ma ugualmente seccata, la risposta di Gael Monfils, che pure è connazionale della Bartoli. “È facile criticare le persone quando non le conosci. Per questo, non presto attenzione a quello che dice”. Marion Bartoli (che ha recentemente cancellato ogni proposito di rientro agonistico) aveva pronunciato le frasi incriminate durante una trasmissione BBC, in risposta a chi le chiedeva se Kyrgios avrebbe mai vinto uno Slam. “Non penso, perché non ha una sufficiente etica del lavoro. Anche quando si saranno ritirati Federer e Nadal, il campo di partecipazione sarà troppo forte. Anche se hai tutto il talento del mondo – e Nick lo ha – non penso che sarà in grado di mettere insieme sette vittorie di fila. Per questo motivo, Gael Monfils non ha mai vinto uno Slam”. La Bartoli non si è limitata a dire la sua, ma ha articolato il suo pensiero. “In un certo senso è patetico vederli così infantili. Sembrano che non possano crescere, non possano prendere in mano la propria vita. Mi sarebbe piaciuto che Gael avesse potuto farlo prima, e spero che Nick riesca a farlo, a un certo punto. Ha bisogno di un campanello dall'allarme”. Frasi severe, ma tutto sommato non c'era nulla di offensivo. E, soprattutto, Marion aveva chiuso augurandosi che Kyrgios potesse davvero risolvere i problemi che, per adesso, lo tengono a debita distanza dai grandi successi. Con la prestazione contro Nishikori, l'australiano non ha certo fatto nulla per smentirla.

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