FERRERO RE DEL CHAMPIONS TOUR
Da coach, Ferrero è un bel personaggio: non si nasconde, gli piace parlare e confrontarsi, e non ha paura a dire la sua. Nemmeno su un argomento spinoso come l’indipendenza della Catalogna, sul quale, per esempio, Rafael Nadal ha preferito non prendere posizione, per non scontentare nessuno. “Credo – ha detto Ferrero – che non ci debba essere alcun tipo di separazione. Pur rispettando l’opinione e la posizione dei catalani, penso che in Spagna non debbano esserci individualismi. Le persone quando stanno insieme sono sempre più forti”. Ferrero ne ha parlato proprio da Londra, ma non all’O2 Arena dove era presente in versione coach, bensì alla Royal Albert Hall, dove a due settimane dal Masters ATP è tornato in città in versione giocatore per il Master del Champions Tour, il mini-circuito coi campioni del passato. Lo spagnolo si era qualificato vincendo a marzo la tappa di Stoccolma, e nello storico evento finale ha battuto prima Mark Philippoussis, poi il campione in carica Fabrice Santoro e quindi in finale il coetaneo Marat Safin, mostrando una condizione fisica ancora eccellente e un tennis ancora competitivo. Il 37enne valenciano si è imposto per 6-3 6-4, con un break a metà di entrambi i set. “La vittoria – ha detto – non è il nostro obiettivo principale, ma comunque è stato un bel match. Sia io sia Marat siamo ancora in ottime condizioni, e mi sono divertito molto. Ormai per noi conta quello: divertirsi e provare a offrire un buono spettacolo al pubblico. Qui è stata una settimana meravigliosa, in cui tutto ha funzionato alla perfezione”. Un po’ come il suo esordio da supercoach. Anche se il bello inizia solamente ora.