PARZIALE DI DODICI PUNTI A UNO
Nonostante tutto, ha trovato la forza (e la voglia) di risorgere: semifinale a Wimbledon 2016, finale all'Australian Open 2017. Non ci fosse stata la sorella, chissà. Ma grazie ad Alexis Ohanian e al figlio in arrivo, stavolta Serena non c'è. In finale se la vedrà con Garbine Muguruza: avversaria tosta, già finalista a Church Road, ma niente è peggio della sorella. E Venus lo sa. Secondo coach David Witt, in queste due settimane è stata brava a percepire la chance, e splendida a concentrarsi soltanto sul tennis. Lo ha mostrato nel momento più importante della semifinale: sul 4-4 e 15-40, ha cancellato la prima palla break con uno splendido rovescio lungolinea, poi sul 30-40 ha tirato una gran seconda di servizio al corpo, a 171 km/h. Un rischio, certo. Ma chi ha classe, beh, può permettersi di rischiare. La Konta ha giocato piuttosto bene, ha persino un saldo positivo tra vincenti ed errori gratuiti (20-19), ma – come detto – non aveva sbocchi tattici concreti. Non poteva affidarsi alla potenza, e non ha nemmeno il tocco sufficiente per impostare una gara di fioretto. Neanche il tifo del pubblico ha fatto la differenza, per quanto Venus sia rimasta piacevolmente colpita. “Avrebbero potuto essere ben più rumorosi. Penso che siano stati molto corretti, amano molto Jo e lei ha dato tutto. Però c'era grande pressione: l'ha gestita bene, ma penso che l'esperienza mi abbia aiutato”. Per lei era la decima semifinale a Londra, mentre la Konta non era mai andata oltre il secondo turno. Per sollevare l'agognato piatto, l'ultimo ostacolo si chiama Muguruza. Due anni fa, il sogno della spagnola fu bloccato da Serena Williams. “Dovrò chiedere qualche consiglio a mia sorella – ha detto – lei è sempre al mio angolo. Solitamente queste finali le gioca lei, ma io farò del mio meglio per rappresentare nel modo giusto il nostro cognome”.
WIMBLEDON DONNE – Semifinale
Venus Williams (USA) b. Johanna Konta (GBR) 6-4 6-2