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Marco Caldara
05 January 2017

L’Italia under 21 in gonnella batte un colpo

A un anno dall’ultima volta, il tennis tricolore tornerà a essere rappresentato nelle qualificazioni di un torneo del Grande Slam. La notizia è doppiamente positiva, perché il merito è di una giovane: Jasmine Paolini, 21 anni, numero 215 del mondo, si è meritata l'Australian Open. Con lo zampino di Renzo Furlan.
I risultati raggiunti negli ultimi anni dal tennis azzurro al femminile sono avanti anni luce rispetto a quelli degli uomini, eppure già da qualche stagione si è creato uno strano paradosso. Dietro ai giocatori che competono con continuità nel Tour maggiore, nel circuito ATP l’Italia conta una decina di altri rappresentanti nei primi 250 del mondo, mentre fra le donne ce ne sono appena due. Una situazione ben visibile nelle qualificazioni dei tornei del Grande Slam: a livello maschile l’Italia è sempre fra le nazioni più rappresentate, mentre nemmeno un’azzurra è stata in grado di guadagnarsi un posto nelle “quali” fra Roland Garros, Wimbledon e Us Open. C’è anche un motivo di classifica, visto che fra i maschi possono rincorrere uno Slam in 128, mentre il tabellone cadetto femminile ha ben 32 posti in meno, ma la differenza resta. Fortunatamente, la nostra bandiera tornerà a comparire all’Australian Open, traguardo che diventa ancor più interessante perché il merito è di una giovane: la toscana Jasmine Paolini, 21 anni compiuti ieri e festeggiati con la notizia che, grazie a qualche forfait, a Melbourne ci sarà posto anche per lei, che diventa la prima giocatrice della nuova generazione tricolore a conquistarsi le qualificazioni Slam.
 
La notizia non è del tutto inattesa, visto che Jasmine era fuori di solamente cinque posti dall’ultima lista, ma l’ufficialità è arrivata solamente oggi, obbligandola a fare le valigie in fretta e furia direzione Australia, dove sarà in gara da martedì. In realtà non sarà la sua prima volta sui campi di Melbourne Park, già calcati ai tempi dei tornei juniores, ma tornarci da “pro” ha un sapore ben diverso, specialmente dopo un 2016 che l’ha vista scalare oltre 350 posizioni nella classifica mondiale, portandosi fino al gradino numero 215. Dopo aver trascorso ben quattro anni al Centro Tecnico Federale di Tirrenia, prima con Daniele Ceraudo e poi con Tathiana Garbin, lo scorso anno la lucchese ha deciso di cambiare aria: si è spostata a Carrara, ha iniziato a lavorare part-time con niente meno che Renzo Furlan, e i risultati si sono visti. Da agosto in avanti ha centrato quattro finali in tornei da 25mila dollari di montepremi, portandosi subito alle spalle delle migliori azzurre e candidandosi come uno dei principali ricambi. La statura non le dà una mano (difficilmente arriva al metro e 60), ma la palla viaggia eccome e nel Tour ci sono tanti esempi di come i centimetri non siano sempre fondamentali. Il percorso è ancora lungo, ma il primo step importante l’ha compiuto. E si è meritata una bella chance per mostrare il suo valore.
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