Redazione
05 January 2019

IVO KARLOVIC, MY RACQUET

Il gigante croato racconta della sua racchetta. E di quando Nate Ferguson si accorse che il manico era leggermente piccolo per la sua mano…
Sono ormai diversi anni che gioco con una Head Radical. Prima avevo scelto un altro modello, la Instinct. Aveva un profilo piuttosto largo e questo mi aiutava ad avere maggior potenza, ma con la Radical ho trovato maggior... controllo! È sempre così, bisogna trovare i giusti equilibri fra questi due aspetti. Ho provato a giocare anche con una Babolat per un certo periodo ma poi sono tornato alla Head con la quale ho un feeling e un comfort migliore.

Nonostante sia alto due metri e undici, non utilizzo un attrezzo più lungo. Solamente il manico è decisamente più grande. In realtà, non esiste una misura per definirlo, è stato fatto appositamente per me. Ma è veramente gigante: normalmente i giocatori usano il manico 3 o al massimo il 4: il mio potrebbe essere definito un manico 8 o 9, penso.

A tal proposito, val la pena ricordare quello che ha raccontato Nate Ferguson della Priority One, uno dei migliori customizzatori di racchette al mondo (Pete Sampras prima, Roger Federer e tanti altri fuoriclasse adesso si avvalgono dei suoi servizi): «Anni fa, mi sono trovato per caso seduto di fianco a Karlovic nella sala giocatori di Roland Garros. Aveva con sé una racchetta e rimasi stupito da quanto fosse piccolo il manico, considerando che non avevo mai visto delle mani così grandi! Gli chiesi che misurava utilizzasse: «Tre o quattro» mi rispose poco convinto. Gli dissi: ‘Ehi Ivo, penso di poterti essere d’aiuto e, quasi per sfida personale, gli preparai un’impugnatura fatta su misura. I risultati sono cambiati notevolmente, ma non avevo alcun dubbio.

Negli ultimi anni non ho fatto grandi test o esperimenti su nuovi attrezzi. In buona sostanza mi trovo molto bene col telaio che utilizzo, non ho sofferto di grandi infortuni e non ho nessuna intenzione di cambiare.

Non sono d’accordo quando dicono che le racchette attuali sono cambiate tanto. Almeno, non rispetto a quando ero un ragazzino (e adesso Karlovic ha 39 anni n.d.r.). Anche se io sostanzialmente ho cambiato una sola volta, dalla Head Instinct alla Head Radical, quindi non so se ci sono altri modelli molto diversi rispetto a quelli degli anni 90.

Quante racchette mi porto in campo durante un match? Generalmente quattro o cinque.

I miei telai sono incordati con corde monofilamento Luxilon sulle verticali e budello sulle orizzontali. La tensione media varia dai 24 a i 25 chilogrammi, a seconda delle condizioni di gioco.

Da juniores utilizzavo un anti-vibrante per smorzare le vibrazioni delle corde ma ora non lo uso più. Vedo che tanti miei colleghi non riescono a farne a meno, ma per me non è così.

La mia prima racchetta era ovviamente di legno, molto pesante. Dopo ricordo che mio padre mi comprò una Puma come quella di Boris Becker, un giocatore che amavo particolarmente. Fu un regalo meraviglioso: era bianca con degli inserti rossi. Era usata, ma mi piaceva un sacco e la conservo ancora adesso con molta cura.

Tengo gran parte delle racchette che utilizzo, ma non quella con la quale ho stabilito il record di velocità (nel marzo del 2011 n.d.r.) perché avevo tanti telai nella borsa e non mi ricordavo più quale fosse quello giusto. Così le ho tenute tutte! Ogni tanto invece ne cedo qualcuna per degli eventi benefici.

L’ultima volta che ho rotto una racchetta è stato molti anni fa. Lo facevo soprattutto da giovane, ma credo di non averne spaccata nessuna negli ultimi cinque anni. Certo, talvolta rompere una racchetta è una bella soddisfazione, ma ho smesso di farlo quando ho capito che non era colpa sua se sbagliavo un colpo!
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