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Marco Caldara
17 January 2018

Non bastavano gli ace: Dr.Ivo ci mette anche l'età

Dai record di ace Ivo Karlovic sta passando ai record di longevità: per trovare un giocatore più anziano di lui al terzo turno dell’Australian Open bisogna tornare indietro di 40 anni. A febbraio il croato spegnerà 39 candeline, eppure batterlo nei match a oltranza sembra impossibile. Stanno diventando sempre più ricorrenti: negli ultimi 11 Slam gli è capitato ben 5 volte.
“Seppi non è contento di giocare contro di me? Mi fa piacere, è una cosa positiva”. Ivo Karlovic è così: un filo di balbuzie non lo aiuta, ma se in campo gioca un tennis universalmente ritenuto fra i più noiosi da vedere, fuori ama scherzare e ha sempre la battuta pronta, tanto da risultare uno dei giocatori più simpatici del Tour. Se quello può essere opinabile, non è in discussione il fatto che il gigante di Zagabria sia il più anziano del circuito: il 28 febbraio festeggerà 39 anni, ma nonostante non trovi da un po’ il suo miglior tennis e abbia vinto nel 2017 soltanto una quindicina di partite, per il momento non ha ancora intenzione di dire basta. E così, dopo aver conquistato record su record col servizio più famoso e veloce – almeno secondo i dati ufficiali – del nuovo millennio, sta iniziando a firmare anche alcuni primati di longevità. Nel luglio del 2016, vincendo il titolo all’ATP 250 di Newport, è diventato il più anziano campione nel Tour dal 1979; agli scorsi Internazionali d'Italia avrebbe giocato con Tommy Haas (che però diede forfait) il match più anziano dell’Era Open; e bisogna tornare addirittura al 1978 per trovare un giocatore più anziano di lui in gara al terzo turno dell’Australian Open. Per farlo c’è da scomodare niente meno che il grande Ken Rosewall, che ci riuscì addirittura a 44 anni, quando il tabellone era ancora a 64 partecipanti. Sarebbe diventato a 128 quattro anni dopo, e da allora mai nessuno è stato in grado di fare quanto compiuto da Karlovic, peraltro al termine di un match infinito contro Yuichi Sugita, al tappeto solo dopo 4 ore e 33 minuti. Il giapponese ha compensato i 36 (!) centimetri di differenza con risposta e gambe veloci, ma 57 ace hanno condotto Karlovic al successo per 7-6 6-7 7-5 4-6 12-10, firmato con una precisa volèe di rovescio.
SA RECUPERARE IN FRETTA, SEPPI È AVVISATO
Leggendo il punteggio del match, i più attenti avranno notato un particolare che nell’ultima fase della carriera di Karlovic sta diventando sempre più ricorrente: i match di cinque set che terminano ad oltranza. La ragione è facile da individuare: lui cerca di concentrarsi solo sui propri turni di servizio, gli avversari hanno vita facile in risposta, e gli incontri sembrano poter andare avanti all’infinito. Quella di oggi è addirittura la quinta (!) volta negli ultimi undici Major, dopo che in carriera gli era capitato solamente altre tre. La più famosa è la sfida di Coppa Davis del 2009 a Porec contro Radek Stepanek, persa 16-14 al quinto dopo 4 tie-break e 78 ace (record mondiale prima che sia Isner sia Mahut lo ritoccassero con gli interessi nello storico confronto di Wimbledon), mentre le altre due risalgono entrambe al torneo di Wimbledon, per due anni di fila. Nel 2005 contro il nostro Daniele Bracciali, che lo batté 12-10 al quinto, l’anno seguente contro Stan Wawrinka, a suo volta a segno per 11-9. Da Wimbledon 2015 in poi, invece, le maratone sono diventate sempre più ricorrenti, e in barba a stazza ed età a vincere è quasi sempre lui. “Dr.Ivo” ne ha perso solo uno, 8-6 contro Aljaz Bedene nell’ultima edizione di Wimbledon, mentre oltre a quello odierno con Sugita aveva vinto anche i precedenti tre: ai Championships del 2015 contro Dolgopolov (13-11), al Roland Garros dell’anno dopo contro Thompson (12-10) e dodici mesi fa a Melbourne contro Horacio Zeballos. Karlovic recuperò da due set sotto e vinse 22-20 al quinto, dopo 5 ore e 14 minuti, oltre metà delle quali solo per il quinto set. Un ricordo che mette Seppi sull’attenti: nonostante quella maratona, meno di 48 ore dopo Karlovic trovò la forza per vincere ancora. “Ripetermi sarà molto difficile perché Seppi risponde alla grande – ha detto –, ma spero che il clima mi aiuti. Farà molto caldo, condizione che rende il mio servizio ancora più veloce”. Ci mancava solo quello…
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