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Marco Caldara
22 March 2018

Arriva il “cervellone” anti match-fixing

L'ITF intensifica la lotta al match-fixing. Grazie a una ricca partnership con Sportradar monitorerà i circa 50.000 incontri del Pro Circuit attraverso il Fraud Detection System, un programma studiato per confrontare i flussi di scommesse, i dati raccolti e le informazioni fornite da migliaia di bookmakers.
Da quando la famosa inchiesta congiunta BBC-BuzzFeed di un paio d’anni fa è finita nel dimenticatoio, e il lavoro dietro le quinte di Tennis Integrity Unit non ha prodotto nulla di così rilevante da finire nell’informazione mainstream, il tema del match-fixing è passato in secondo piano, ma non significa che il fenomeno si stia riducendo. Sia la TIU sia l’ITF non hanno affatto abbassato la guardia e continuano a combattere il problema in sordina, potenziando gli organi di controllo. Per esempio, all’ultimo Challenger di Bergamo era presente un addetto di Tennis Integrity Unit che per l’intera durata della settimana ha monitorato l’attività del pubblico sugli spalti. L’obiettivo era sia quello di individuare qualche potenziale “courtsider”, le persone che trasmettono informazioni in tempo reale alle agenzie di scommesse, sia di allontanare gli spettatori pizzicati a scommettere live dalle tribune, fenomeno piuttosto diffuso e legalmente permesso, ma vietato. L’ITF, invece, ha fatto ancora di più, intensificando ulteriormente la già stretta partnership con Sportradar, l’agenzia svizzera che dal 2012 paga alla Federazione Internazionale qualcosa come 14 milioni di dollari all’anno per la possibilità di raccogliere e diffondere i dati relativi al Pro Circuit, e di fatto ha contribuito a far nascere il livescore dei tornei Futures e degli ITF femminili, arrivato solamente una manciata d’anni fa. Dal 2018, una parte di quei soldi tornano al mittente, per l’utilizzo del Fraud Detection System di Sportradar, un cervellone elettronico studiato ad hoc per monitorare gli oltre 50.000 incontri disputati ogni anno nell’ITF Pro Circuit. Confrontando i dati raccolti con diversi i flussi di scommesse e le informazioni a disposizione di migliaia di bookmakers, il sistema segnala automaticamente le anomalie nelle puntate su scala globale, primo indizio utile per far scattare l’allarme match-fixing.
CONTROLLI INCROCIATI SUI GIOCATORI
Combattere la corruzione – ha detto David Haggerty, presidente dell’ITF – è una sfida cruciale per la salute del nostro sport. Questo nuovo accordo darà ancora più slancio alle attuali misure di protezione”. Dopo lo scandalo di un paio d’anni fa, attraverso la TIU gli organi che governano il tennis hanno investito sia in tecnologia sia in personale, lavorando anche a un miglior percorso di formazione per i giocatori e per gli ufficiali di gara, ma il fenomeno del match-fixing resta molto diffuso, anche perché ci sono davvero pochi sport al mondo che come il tennis garantiscono contenuti (e quindi potenziali scommesse, o combine) per praticamente 24 ore al giorno, per dodici mesi all’anno e in tutto il mondo. Da qui l’idea di studiare un sistema che possa monitorare il tutto, sviluppato da una società nata con la mission di fornire servizi informatici. Poi, dopo lo scandalo match-fixing che nel 2006 ha colpito la Bundesliga di calcio, entrata nel mirino della Mafia del Balcani, Sportradar si è dedicata anche ai servizi di controllo, e oggi lavora per oltre 70 Federazioni in tutto il mondo. A controllare il Fraud Detection System ci sono una serie di persone di base a Londra, in un ufficio dove è riuscito a mettere piede Simon Briggs, giornalista del Telegraph, per capire un po’ meglio il funzionamento del sistema. Ovviamente, come sempre avviene quando ci sono di mezzo TIU e scommesse, è tutto secretato, ma qualche informazione è emersa. “Se una quota si muove in un modo che secondo noi non ha senso – ha spiegato uno dei responsabili – dobbiamo cercare di capire il perché, quindi controlliamo le notizie, i social media e via dicendo. Capita di avere anche dei giornalisti freelance sul posto. Se poi decidiamo di approfondire un determinato caso, facciamo direttamente delle ricerche sul giocatore e sul suo mondo: conoscenze e possibili connessioni”.
DONNE COINVOLTE SOLO NEL 13% DEI CASI
Nel complesso, dopo le varie indagini, meno dell’1% degli incontri che fanno scattare l’allarme vengono segnalati alle varie federazioni sportive. “Partiamo sempre dalla speranza – ha spiegato ancora uno dei responsabili, celato dietro l’anonimato – di provare che non è successo nulla di illegale. È un passaggio molto importante: non dobbiamo mai partire prevenuti, altrimenti rischiamo di arrivare a delle conclusioni affrettate”. Per il momento l’accordo con Sportradar non riguarda la TIU, ma solamente l’ITF (quindi né l’ATP né la WTA, e nemmeno i tornei del Grande Slam), perché i tre quarti degli incontri professionistici di una stagione vengono giocati nell’ITF Pro Circuit, ragion per cui il maggior numero di match sospetti appartiene proprio a quei livelli. Tuttavia, questo non significa che la proporzione fra match giocati e potenziali combine sia maggiore a livello Futures, e il problema riguarda l’intero mondo del tennis professionistico. O almeno quello maschile, visto che i dati raccolti negli ultimi anni dicono che solamente il 13% degli incontri sospetti riguardano il circuito femminile, perché le donne sono meno facili da corrompere e in generale più restie a commettere crimini di qualsiasi natura. Dal 2019, il Fraud Detection System sarà al lavoro anche per gli incontri del nuovo Transition Tour, che andrà ad apportare un’ulteriore divisione alla prima fascia del tennis internazionale, con l’obiettivo di ridurre il numero di atleti in grado di definirsi a tutti gli effetti dei professionisti. Gli organi che governano lo sport si augurano che, come conseguenza, possa calare l’ammontare delle scommesse rivolte ai piani più bassi del mondo del tennis, ma l’equazione non è affatto scontata. Per il momento è difficile capire come andrà realmente.
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