Il Foro Italico ai piedi di Fabio Fognini

Agli Internazionali d'Italia è la notte magica di Fabio Fognini: il ligure gioca un match sontuoso contro il campione in carica Andy Murray, lo stordisce di accelerazioni e palle corte e firma l'impresa del torneo, imponendosi per 6-2 6-4. Esplosione di gioia al Foro Italico: Fognini diventa il quinto giocatore italiano di tutti i tempi a battere un n.1 del mondo.
ROMA – Il sentore c’era, già dalla vigilia. Il clima ideale anche, e quando Andy Murray ha perso la pazienza già nel primo gioco, iniziando a strillare frasi irripetibili in direzione del proprio angolo, la notte del Foro Italico ha cominciato ad assumere i contorni che il pubblico tricolore aspettava da tanto, troppo tempo. Più passavano i minuti e più erano quelli del volto sorridente di un magnifico Fabio Fognini: spesso amato, altrettanto spesso odiato, ma in grado di mettere tutti d’accordo con la vittoria più importante della sua carriera, nel miglior palcoscenico che un italiano possa desiderare. Il tabellone luminoso piazzato lassù in cima alla tribune splende più del solito, e recita 6-2 6-4 Fognini, oppure Andy Murray a casa all’esordio, da campione uscente e da numero uno del mondo, che quest’anno la terra proprio non la digerisce, e non è che altrove abbia brillato di più. È andata così anche stasera, con una versione che vale sì e no il 50% del giocatore che nella seconda parte del 2016 ha vinto l’impossibile, ma ci sono occasioni in cui i demeriti dello sconfitto contano meno dei meriti di chi l’ha spedito in hotel a fare le valigie. Questa è una di quelle, e solo il Dio della racchetta sa quanto Fabio Fognini se la meritasse a Roma, col pubblico tutto per sé ad accompagnarlo in un avvio a razzo in cui pareva tutto troppo bello (e facile) per essere vero, poi a sorreggerlo quando l’impresa ha iniziato ad allontanarsi ogni punto sempre di più, e quindi ad applaudirlo alla fine, come se avessero vinto tutti insieme, cantando e saltando al ritmo della famosa “Seven Nation Army” diventata l’inno alla gioia dell’Italia ai mondiali di calcio del 2006. Invece la vittoria è tutta made in Arma di Taggia, e rende Fognini il quinto italiano di tutti i tempi ad aver battuto il numero uno del mondo, dopo Panatta (Connors, 2 volte), Barazzutti (Nastase) Pozzi (Agassi) e Volandri (Federer). Murray è il meno forte dei cinque? Pazienza. Murray non ha giocato da Murray? Fognini non ne ha colpe, bensì meriti, costruiti in 90 minuti più recupero di tennis champagne.
PRESTAZIONE MONSTRE DELL’AZZURRO
Sono bastati pochi scambi per capire che si poteva fare, con quel break in apertura a fare da avvisaglia e un prosieguo ancora migliore. Fabio ha preso le chiavi del match e chiuso fuori Murray, a doppia mandata, decidendo che avrebbe giocato da solo. Era lui a servire gli ace e a comandare il gioco, era lui a sbagliare meno e prendere a schiaffi l’avversario con un diritto al veleno: potente, preciso, terribilmente pericoloso. Gli è bastato un attimo per volare 4-0, poi 5-1 dopo una palla-break cancellata con un gran diritto, quindi 6-2 allo stesso modo, con un bilancio terrificante di 15 vincenti e 5 errori gratuiti. Sulla terra, contro Sir Andy Murray. Fantascienza più reale che mai, che è andata avanti anche nel secondo set, da 1-1 a 5-1 con la stessa ricetta: solidità, pressione con entrambi i fondamentali, sicurezza al servizio più smorzata Q.B., quanto basta o quanto serve, sempre di più appena Fabio si è accorto che Murray non partiva neanche più, tanto aveva già capito che non ci sarebbe arrivato. Lo 0-30 nel settimo game ha fatto arrivare al naso di Fognini un profumo di vittoria talmente forte che Fabio ha tirato indietro il braccio, accusando un passaggio a vuoto più che normale visto il livello al quale stava giocando. Si è accorto che stava succedendo sul serio, così ha perso quel game, poi ha ceduto per la prima volta il servizio con un paio di errori e un doppio fallo, poi ha perso un altro gioco, e chissà cosa deve aver pensato al cambio di campo sul 5-4. Fortunatamente pare che i pensieri siano stati positivi, come le due smorzate tanto coraggiose quanto puntuali che dallo 0-15 l’hanno spedito a match-point, il primo e l’unico: servizio a uscire, risposta di Murray che muore in rete, fobia del Campo Centrale seppellita e Foro Italico finalmente ai suoi piedi, dopo un passato non sempre felice (ricordate i fischi del 2014? Fognini sì, benissimo) riscattato da una di quelle vittorie azzurre che a Roma mancavano da tantissimi anni.
TORNEO O FOGNINI JUNIOR?
Mentre il 10 maggio 2007 rimarrà il giorno di Filippo Volandri (che con Federer vinse proprio 6-2 6-4), il 16 maggio di dieci anni dopo diventa quello di Fabio Fognini, del miglior Fabio Fognini mai visto a Roma, e forse non solo a Roma. Almeno per una notte il campione è stato lui, più di Murray e più di quel Francesco Totti che stava seduto in prima fila, e nel pomeriggio aveva monopolizzato l’attenzione di tantissimi appassionati. A Roma è paragonabile a una divinità, e solo un Fognini così poteva farlo passare in secondo piano. “Attenzione: non credo che Fognini sia finito”, ci confessava solo qualche giorno fa Nick Bollettieri nella nostra intervista. Lo storico guru statunitense è famoso per non sbagliare quasi mai, e sembrerebbe averci visto lungo anche stavolta. Di certo ha anticipato una delle più gustose vittorie di Fognini, del tennis azzurro e della storia degli Internazionali d’Italia, che ora sperano che Fognini junior, atteso nell’arco di tre giorni, non rovini (si fa per dire) una festa che può diventare ancor più bella. “Nina manca poco poco” ha scritto Fabio sulla telecamera dopo il successo, prima di ribadire che se dovesse nascere il figlio sarebbe pronto a partire all’istante per Barcellona. Per lui sarebbe una gioia doppia, e visto quando ha combinato in serata vien da pensare che il pubblico sarebbe anche disposto a perdonarlo. Ma la parte sportiva della vicenda dice che c’è un tabellone interessante, a partire dal duello di giovedì contro uno fra Alexander Zverev e Viktor Troicki. Entrambi pericolosi, ma anche entrambi battibili dal Fognini di stanotte. Che ha ribadito al mondo cosa può produrre la sua racchetta, e finalmente si è preso la corona più bella per un giocatore italiano. Per una volta, solo applausi. Li merita tutti, uno per uno.

MASTERS 1000 ROMA - Secondo turno
Fabio Fognini (ITA) b. Andy Murray (GBR) 6-2 6-4
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