POSSIBILE N.1? PAROLA AL ROLAND GARROS
Detto dei problemi della Halep, vanno segnalati anche i meriti della Svitolina, bravissima a non lasciar scappare l’avversaria in avvio di secondo set (quando le cose vanno bene, si sa, anche i dolori si sentono meno) e poi ad approfittare della situazione.
Appena ha visto che la rivale era via via meno sicura negli appoggi, ha preso quel comando delle operazioni trovato raramente nel primo set e ha iniziato a infierire con servizio e diritto, confermando il suo grande rendimento nelle finali. Nel 2017 ne ha vinte quattro su quattro, in carriera 9 su 11, e di questo passo la media continuerà a migliorare. Di certo sta continuando a migliorare il suo gioco: orbitava attorno alle prime 10 già da qualche anno, ma le era sempre mancato il guizzo. Non era bastata nemmeno la consulenza di Justine Henin, mentre è servito eccome il cambio di coach a fine 2016.
Fuori Iain Hughes e l’ex campionessa belga e dentro Gabriel Urpi (storico allenatore di Flavia Pennetta) e Thierry Ascione, ed ecco subito i risultati. Con il successo a Dubai è diventata la prima ucraina a sfondare il muro della top-10, e vista la situazione del tennis femminile attuale può porsi obiettivi veramente importanti. A occhio e croce non ha il tennis per diventare numero uno del mondo, e ci sono giocatrici più forti di lei che ancora non ci sono riuscite (Halep, Pliskova, Muguruza…), ma se il livello medio resterà questo per tutto il 2017
la Race dice che la possibilità potrebbe addirittura passare, anche se di Slam se n’è giocato uno solo. Se la tennista di Odessa vorrà costruirsi una chance, è proprio dagli Slam che deve iniziare, magari già da Parigi, dove nel 2016 ha giocato il suo primo e unico quarto di finale. Si diceva che sarebbe stato l’inizio: ora spetta a lei confermare la sensazione.
INTERNAZIONALI D’ITALIA – Finale femminile
Elina Svitolina (UKR) b. Simona Halep (ROU) 4-6 7-5 6-1
GLI HIGHLIGHTS DELLA FINALE SVITOLINA-HALEP
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