QUEL PRECEDENTE A MODENA
Sarà la sfida che dovrà affrontare da lunedì prossimo, quando i media e gli avversari lo guarderanno con occhi diversi e con un rispetto tutto nuovo: imparare a vincere anche lontano dalla terra battuta, dove ha giocato l'87,75% dei suoi match nel circuito ATP, nonche il 94,8% nella sua lunga militanza nel circuito Challenger. Ma ci sarà tempo per pensare al futuro: adesso c'è da preparare una sfida da urlo contro Dominic Thiem, il robot austriaco, l'unico che ha battuto Rafael Nadal su terra nel 2018. "Ma ho vinto un precedente in un torneo Futures. Ricordo quel match, quindi, perché no? Voglio credere di poter battere anche Dominic Thiem”. Ricorda bene, Cecchinato: il 21 luglio 2013, nel giorno in cui Fabio Fognini vinceva l'ATP 500 di Amburgo, si imponeva al torneo Futures di Modena, che nel 2013 si chiamava “Trofeo Armonie by Arte Casa” e metteva a disposizioni 15.000 dollari di montepremi. Era il periodo in cui un giovane Thiem si faceva accompagnare per il tour dal preparatore atletico Sepp Resnik, che poi avrebbe raccontato un sacco di bugie sulle metodologie di allenamento che avrebbe adottato con Thiem, prontamente sbugiardato dal diretto interessato. A Modena, Cecchinato si impose 6-3 6-4 senza patemi. In quella partita – raccontano le cronache d'epoca – fece la differenza la maggiore prestanza atletica dell'italiano. Cinque anni dopo, l'affermazione fa un po' ridere. Thiem è diventato una specie di Iron-Man, ma anche Cecchinato non scherza. La sua tenuta atletica contro Djokovic è stata sorprendente. Durante la premiazione, Marco dedicò il successo al povero Andrea Stucchi, tennista romano scomparso nel 2011 ad appena 20 anni di età. In quel periodo sognava di artigliare le qualificazioni dello Us Open e si lamentava per la mancanza di continuità. Tra le tante parole, disse una frase che letta oggi fa quasi sorridere: “Se non troverò una costanza a livello di top-100, tra qualche anno potrei prendere decisioni importanti perché non mi andrà di galleggiare sotto un certo livello”. Non solo lo ha raggiunto, ma lo ha superato abbondantemente. Ha fatto un miracolo. E non è detto che sia già terminato. In fondo, quella partita si è giocata per davvero. Sei mesi dopo ci avrebbe perso a Doha, nelle qualificazioni. Ma lì si giocava sul cemento. Tutta un'altra storia.