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In campo o fuori, è sempre Schiavo-show

Costretta a giocare a Madrid all’indomani della finale a Rabat, Francesca Schiavone non è riuscita a dar seguito in Spagna al suo momento felice, arrendendosi all'esordio. Ma ha trovato comunque il modo di lasciare il segno: prima durante il suo match, offrendo acqua agli spettatori, e poi con dichiarazioni colorite e senza peli sulla lingua.
Prima ha sfruttato la wild card concessale al WTA di Bogotà vincendo il torneo, poi ha ringraziato per l’invito gli organizzatori del WTA di Rabat arrivando in finale, mentre l’omaggio “alla carriera” del Mutua Madrid Open non ha potuto onorarlo a dovere. Complice lo scherzo del calendario, che all’indomani della sconfitta in terra marocchina ha obbligato Francesca Schiavone a essere di nuovo in campo in Spagna, la milanese si è gradualmente spenta nel match contro Johanna Larsson, arrendendosi per 5-7 6-3 6-1. Ma anche nella sconfitta sa sempre come trovare una via per farsi notare: se non è con i risultati di nuovo interessanti, è con la sua personalità eccentrica, a volte riflessiva e altre impulsiva, ma sempre brillante. Talvolta non risulterà simpatica, ma a 36 anni e con uno Slam in bacheca, vuole godersi ogni momento del suo Tour d’addio, senza badare troppo ai risultati e all’opinione della gente. Un pensiero che ha ribadito a modo suo dopo la sconfitta, di fronte ai giornalisti. “Nel mondo del tennis va tutto veloce. Sei qui, poi non sei più qui. Sei una leggenda, poi non lo sei più. Penso che la miglior cosa che io possa fare sia godermi ogni cosa. Apprezzare ogni momento che passo in campo, ogni momento in cui amo questo sport. Mi porto tutto nel cuore”. Un tema, quello dell’amore per il tennis, che sta accompagnando la fase finale della carriera della “leonessa”, e guai a farle notare che c’è di mezzo l’età. Ho 36 anni, non sono vecchia. Potete chiudere la bocca e non rompermi le p***e? Perché ho due p***e giganti, piene di m***a. La gente continua a dirmi: ‘ma hai 36 anni’. Dove è il problema? Se decido che voglio scalare l’Everest, vado e scalo l’Everest. Se voglio continuare a giocare, anche da numero 100 del mondo, che problema c’è? La gente vuole divertirsi? Venga a vedermi. Non vuole divertirsi? Vada a vedere le ventenni”.
… E DURANTE IL MATCH OFFRE ACQUA AGLI SPETTATORI
Al di là dei toni piuttosto coloriti, le parole della Schiavone fanno emergere una volta di più l’enorme voglia che ha di combattere ogni giorno contro sé stessa, le avversarie e l’età, per continuare a vivere di emozioni come ha sempre fatto. Si diverte un mondo, e non tollera che qualcuno provi a rovinarle il suo gioco preferito, fatto di vittorie ma anche di divertimento. Per informazioni chiedere agli spettatori del Campo 4 della Caja Magica, sugli spalti a seguire il suo match contro la Larsson, sotto un sole cocente. Francesca se n’è accorta e ha deciso di ringraziarli in pieno Schiavone-style, portandogli delle bottigliette d’acqua prese direttamente dal frigorifero dei giocatori. Un piccolo gesto ma di quelli che lasciano il segno, proprio come sta provando a fare lei negli ultimi tornei della sua carriera. Un vero peccato che dagli organizzatori degli Internazionali d’Italia non sia arrivata una wild card, né per il tabellone principale né per le qualificazioni, che attualmente vedono la “leonessa” al dodicesimo posto nella lista delle escluse. Qualche forfait ci sarà, ma difficilmente ne arriveranno a sufficienza da permetterle di conquistare un posto. Quindi il discorso è praticamente già chiuso, perché nemmeno una semifinale di Maria Sharapova al Mutua Madrid Open cambierebbe le carte in tavola, dato che nei tornei Premier non sono previsti special exempt. Se Madrid e Roma fossero stati due International, la russa avrebbe potuto usufruire della scorciatoia per accedere al main draw, liberando così la sua wild card. Ma la categoria dei tornei elimina la possibilità. Tuttavia, forse per gli organizzatori è addirittura meglio così: dopo averla dimenticata, chi si sarebbe preso la briga di alzare la cornetta per offrirle una wild card dell’ultimo minuto?
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