UNA MOTIVAZIONE TUTTA NUOVA
Per conoscere il dettaglio delle accuse a Cecchinato, vi rimandiamo agli articoli di allora: pare evidente che la richiesta di radiazione fosse del tutto spropositata. Insieme ad Antonio Campo e Riccardo Accardi, aveva commesso una serie di leggerezze che probabilmente avevano varcato il confine dei regolamenti, ma non c'erano tracce di particolari disegni criminosi. E il match perso a Mohammedia contro Kamil Majchrzak? Ognuno può farsi la sua idea, ma mancava la prova della combine. Abbiamo ritrovato Cecchinato un anno e mezzo dopo, al Challenger di Milano. Esaurita la collaborazione con Cristian Brandi, aveva intrapreso un percorso tutto nuovo con Simone Vagnozzi e diceva – deciso – di aver imparato la lezione (d'altra parte, lui stesso aveva inviato una lettera di pentimento agli organi giudicanti, pur smentendo le accuse più gravi). La lunga premessa serve per riprendere alcune affermazioni dell'intervista del marzo 2016, quando disse che avrebbe messo la firma per trascorrere una carriera tra i top-100 ATP e senza particolari problemi fisici. Non esattamente ambizioni straordinarie. Osservando il Cecchinato attuale, c'è la sensazione che i fatti del 2016 lo abbiano profondamente cambiato. Lo ha dimostrato a Monaco di Baviera, dove ha vinto il derby contro Fabio Fognini, intascando il primo successo contro un top-20 ATP. Il 5-7 6-3 6-2 al BMW Open vale ancora di più se relazionato al contesto. “Ceck” era reduce dalla vittoria al torneo ATP di Budapest, foriero di popolarità, qualche distrazione e best ranking (n.59 ATP). Da parte sua, Fognini aveva avuto una decina di giorni di preparazione e Monaco è un torneo “amico”; dove è stato finalista nel 2014 e semifinalista l'anno scorso. Invece ha giocato così così e si è arreso alla distanza contro un Cecchinato super-motivato. Ecco, la motivazione: ha sorpreso lo spirito con cui è sceso in campo ad appena 48 ore dal successo più importante. Neanche una traccia di appagamento, sostenuta da una crescita tecnica impressionante.