Riccardo Bisti
08 November 2018

Il sogno americano di Alessia Dario

Partita da Francenigo, un paesino in provincia di Treviso, la 20enne Alessia Dario aveva tentato la carriera professionistica ma poi ha scelto di studiare negli Stati Uniti, in modo da aprirsi più spiragli per il futuro. Oggi è una delle tenniste più rappresentative della Fresno State University.

Studiare all'estero, con la possibilità di crescere sul piano culturale e personale – oltre che tennistico – è un'opzione sempre più interessante per tanti giovani europei. Nel nostro continente, soprattutto in Italia, il sistema scolastico impedisce a un ragazzo di intraprendere con lo stesso impegno studi e attività sportiva. Non è così negli Stati Uniti, laddove i ragazzi più talentuosi hanno l'opportunità di perseguire entrambi gli obiettivi. È la strada che ha scelto di intraprendere Alessia Dario, 20enne veneta che da oltre un anno sta vivendo il suo American Dream. Ed è corretto parlare di sogno, perché Alessia ha iniziato a giocare piuttosto tardi e in poco tempo ha saputo mostrare il suo talento. Quando aveva 11 anni e viveva ancora a Francenigo, in provincia di Treviso, praticava la ginnastica. Da un giorno all'altro, tuttavia, perse interesse per attrezzi ed esercizi e si trovò a dover scegliere un nuovo sport da praticare. Curiosamente, in quei giorni suo padre riprese a giocare a tennis dopo una ventina d'anni di pausa. Lo accompagnò per dare un'occhiata... “Ed è finita che ho provato e mi sono innamorata del gioco”. Oggi Alessia ha 20 anni e si è trasferita a Fresno, in California, dove ha intrapreso una carriera universitaria, in cui mischia studio e tennis con la franchigia dei “Bulldog”. Non è stato semplicissimo abituarsi alla nuova realtà, visto che a Francenigo “tutti conoscono tutti, è un posto molto piccolo”. Clima ben diverso rispetto agli Stati Uniti, dove peraltro si è recata da sola. Non deve essere stato facile, per la famiglia, lasciar partire la loro unica figlia. Ma quando il vecchio coach dei Bulldog le ha mostrato un video con le strutture a disposizione, ha perso ogni remora e ha deciso di rappresentare Fresno State.

UN FUTURO NEL TENNIS... O NEL MARKETING
“Mi sono recata la prima volta per una visita – racconta - e mi è piaciuto molto. Ho subito pensato che fosse un buon posto per me”. Non sappiamo se questa ragazza di 20 anni riuscirà a intraprendere una carriera di alto livello tra le professioniste: oggi è senza ranking WTA e non gioca tornei ITF da oltre un anno. Al massimo è stata numero 1170. Però l'esperienza americana sta facendo nascere una persona nuova, capace di badare a se stessa. Come la maggior parte degli studenti universitari, ha dovuto imparare a cucinare, pulirsi la stanza e gestire da sola tempo e finanze. Ha giocato parecchi match come matricola, raccogliendo un discreto bilancio: 17-9 in singolare e 14-6 in doppio. Quest'anno è arrivato un nuovo coach, Ric Mortera, il cui obiettivo è creare un forte spirito di squadra in vista degli eventi a squadre, molto sentiti da quelle parti, che scatteranno in primavera: Alessia dice che è tutto ok, anche perché ci sono cene settimanali con le compagne, a volte con i coach, e quasi ogni sera si studia insieme. Ma si va a letto presto, perché la sveglia suona alle 6.30 e alle 8 del mattino si parte con gli allenamenti. Cresciuta nel mito di Roger Federer, dedica parecchio tempo al tennis, ma nel frattempo studia con profitto. Si occupa di economia, con la speranza di proseguire nel settore del marketing o in gestione aziendale. “Penso che in America la scuola sia più semplice – racconta – in Italia non sono andata all'università, ma se devo paragonare la mia attività a quella dei miei amici, penso che qui sia più facile”. L'anno scorso era una matricola, adesso è una delle più anziane del team. Da quelle parti, infatti, c'è un ricambio notevole. Per questo, Mortera l'ha già individuata come un possibile punto di riferimento per le compagne. “Ha avuto un'influenza molto positiva sulle più giovani, direi che è un modello eccellente. Rappresenta alla perfezione quello che abbiamo in mente di costruire con il nostro programma”. Un esempio davvero positivo: perché se tra i top-100 ATP e WTA non può esserci spazio per tutti, nella vita si possono ottenere grandi risultati. Non necessariamente con una racchetta in mano.

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