358 MILIONI DI SPESA
Ma non finisce qui: a poca distanza dai palazzi c'è il cantiere del Campo Simonne-Mathieu, un mini stadio semi-interrato che sarà inaugurato nel 2019 e potrà ospitare fino a 5.000 spettatori, prendendo il posto del vecchio Campo 1. I francesi hanno scelto di intitolarlo a un ex campione, ma soprattutto membro della resistenza durante la Seconda Guerra Mondiale. Ma il progetto più importante, ovviamente, riguarda il tetto sul Campo Centrale. Attualmente, il Roland Garros è l'unico Slam privo di un campo indoor. Scavallato l'ostacolo dei tribunali, i lavori possono andare avanti e costeranno la bellezza di 358 milioni. Il campo sarà inaugurato nel 2020. A progetto ultimato, lo spazio del Roland Garros passerà da 8,5 a 12,5 ettari. Un buon risultato per festeggiare i 90 anni dell'impianto, ma che non impediranno a Parigi di restare il fanalino di coda degli Slam: Wimbledon ha 17,7 ettari, lo Us Open 18,8 e l'Australian Open 20. Senza contare che Melbourne ha 3 tetti, mentre New York e Londra ne avranno due a breve, rispettivamente nel 2018 e nel 2019. “Non stiamo lottando per essere i più grandi o cercare chissa quale quantità – ha detto il direttore esecutivo FFT Christophe Fagniez – a noi interessa la qualità e la capacità di dare il tocco francese”. Sono definitivamente tramontate, dunque, le ipotesi che spingevano per uno spostamento in periferia. Si erano ventilate varie ipotesi, che peraltro avrebbero reso il torneo un gigante. L'opzione aveva diversi sostenitori, tra cui Amelie Mauresmo, ma alla fine hanno scelto di restare nella “cattedrale” parigina. Secondo il sociologo Bertrand Pulman, autore di un bel libro sul Roland Garros (Rouge est la terre, pubblicato nel 2013), la scelta è comprensibile ma potrebbero emergere nuovi problemi .”Secondo me, il problema sulle dimensioni del Roland Garros potrebbe ricomparire tra 10-15 anni”. Per adesso, evidentemente, va bene così.