PERSONALITÀ FUORI E DENTRO IL CAMPO
Negli oltre 20 minuti di chiacchierata, Deborah è rimasta con le gambe accavallate e gesticolava spesso con le mani, come se fosse a un talk show. Le piaceva ascoltare le domande, le piaceva ancora di più rispondere. Ha un naturale senso del palcoscenico, non la vedrete mai a disagio davanti a una telecamera. Era da tanto che l'Italia non aveva un personaggio così fresco, frizzante, capace di bucare lo schermo. L'ultima è stata Flavia Pennetta, mentre Roberta Vinci ha imparato più tardi a destreggiarsi in certe situazioni. Nessuno vuole azzardare paragoni che farebbero soltanto il male di “Debby”, però c'era bisogno di un personaggio così. Sia pure con infiniti pregi, nessuna delle nostre migliori giocatrici aveva qualità come quelle che abbiamo trovato in Deborah. Ed è importante che certe cose le abbia trasferite sul campo da tennis, come quando ha sparato due ace nel tie-break decisivo contro la Arruabarrena,: il primo sul 5-5, il secondo sul 7-7, peraltro dopo aver annullato un matchpoint con coraggio. Per fare certe cose ci vuole personalità. Il sottoscritto l'aveva percepita in quell'intervista, Tathiana Garbin l'ha ribadito indirettamente quando le ha detto, durante alcuni cambi di campo. “Vuoi essere ricordata come una leonessa?”. In quel giorno di maggio, la Chiesa mi ha raccontato talmente tante cose da non poterle inserire tutte in un articolo. Tra queste, la differenza nello stile di vita fra il Trentino e il Lazio. L'ha avvertito subito, dai negozi aperti fino a tardi fino alla possibilità di farsi una passeggiata serale, cose che a Trento (dove è nata) e a Rovereto (dove si è allenata) non poteva fare, non solo per ragioni climatiche. Si è adattata, così come ha la capacità di raccontare aneddoti curiosi. Per esempio, il modo in cui è nata la collaborazione con i fratelli Francesco e Alessandro Piccari. Sul finire del 2016, sapeva che la sua esperienza a Rovereto con Andrea e Luca Stoppini stava per terminare. Si trovava al torneo ITF di Solarino e, parlando al telefono con mamma, si è sentita dire: “Scopri chi sono gli allenatori disponibili, non devi tornare a casa senza aver ottenuto almeno qualche informazione”. Vincendo la timidezza, Deborah ha trovato quello che cercava. Poche settimane dopo era ad Anzio, con Karin Knapp, Alice Matteucci e a volte anche Daniela Hantuchova. Lì è iniziato un progetto tecnico che le ha fatto scalare 300 posizioni nel 2017 e ha restituito una giocatrice più matura e “pronta” anche sul piano atletico. Ha perso un po' di peso (circa 8 kg, si sussurra) e oggi si muove meglio, peraltro senza aver perso l'esplosività che le ha fatto vincere tante partite.