Un uomo di nome Zverev ha generato una clamorosa sorpresa all'Australian Open, almeno quanto quella di Denis Istomin su Djokovic. Ha estromesso dal torneo nientemeno che Andy Murray, numero 1 del mondo, del tabellone e della lista dei favoriti. Ma non si tratta di Alexander (o Sasha, che dir si voglia). Si tratta di un ragazzo nato sovietico, a Mosca, e diventato tedesco quando la famiglia si è spostata ad Amburgo, nel 1991. Dirk Hordorff, direttore tecnico della federtennis tedesca, ha detto che è molto russo e poco tedesco. Papà Alexander Sr., ex davisman dell'URSS (nonché suo allenatore), ha commesso con lui tutti gli errori che sta cercando di evitare con il fratellino. Sasha diventerà più forte, ma per un giorno, il Re del Tennis è Mischa, il ragazzo che soltanto due anni fa era uscito dai primi 1000 (sì, mille!) del ranking ATP perché vittima di una montagna di infortuni. La prospettiva di un ruolo da coach (o sparring partner) sembrava poter tranciare ogni speranza agonistica. Invece è ripartito daccapo, con l'obiettivo di migliorare un best ranking al numero 45, datato addirittura 2009. “Un fattore importante è stato mio fratello – ha detto – è stato lui a spingermi, a farmi lavorare duro e a cercare di fare del mio meglio. Ha fatto molto bene negli ultimi due anni e non volevo restargli troppo dietro. Ci siamo aiutati l'un l'altro. Credo di essere in grado di fare ancora qualche danno”. Proprio così. Ci voleva una certa forza di volontà per tornare competitivo dopo una serie di infortuni quasi da record. Si è fratturato il polso, ha avuto un'ernia del disco nella parte bassa della schiena, poi si è strappato il tendine rotuleo del ginocchio. Nel 2014 si è operato al polso, rimanendo bloccato a casa mentre il fratello iniziava a girare il mondo. Ma il suo tennis brillante, così proteso verso la rete, gli ha dato un'ultima chance. E se l'è presa, con una personalità da campione, nel pomeriggio della Rod Laver Arena, contro un Murray che ha dimostrato di non avere ancora la personalità, il carisma, la presenza scenica del numero 1. Si è imposto 7-5 5-7 6-2 6-4 in tre ore e trentatré minuti, condite da 118 discese a rete.