Riccardo Bisti
22 January 2017

Il miracolo dello Zverev sbagliato

Uno straordinario Mischa Zverev elimina Andy Murray con una prestazione paranormale, condita da 118 discese a rete e decine di colpi eccezionali. Non ha mai dato segni di cedimento, né fisico, né tecnico, né mentale. Tre anni fa, dopo un'operazione al polso, sembrava un ex. Ma l'impetuosa crescita del fratellino lo ha spinto a lavorare ancora più duro. Ed è lui il primo Zverev a centrare i quarti in uno Slam.

Un uomo di nome Zverev ha generato una clamorosa sorpresa all'Australian Open, almeno quanto quella di Denis Istomin su Djokovic. Ha estromesso dal torneo nientemeno che Andy Murray, numero 1 del mondo, del tabellone e della lista dei favoriti. Ma non si tratta di Alexander (o Sasha, che dir si voglia). Si tratta di un ragazzo nato sovietico, a Mosca, e diventato tedesco quando la famiglia si è spostata ad Amburgo, nel 1991. Dirk Hordorff, direttore tecnico della federtennis tedesca, ha detto che è molto russo e poco tedesco. Papà Alexander Sr., ex davisman dell'URSS (nonché suo allenatore), ha commesso con lui tutti gli errori che sta cercando di evitare con il fratellino. Sasha diventerà più forte, ma per un giorno, il Re del Tennis è Mischa, il ragazzo che soltanto due anni fa era uscito dai primi 1000 (sì, mille!) del ranking ATP perché vittima di una montagna di infortuni. La prospettiva di un ruolo da coach (o sparring partner) sembrava poter tranciare ogni speranza agonistica. Invece è ripartito daccapo, con l'obiettivo di migliorare un best ranking al numero 45, datato addirittura 2009. “Un fattore importante è stato mio fratello – ha detto – è stato lui a spingermi, a farmi lavorare duro e a cercare di fare del mio meglio. Ha fatto molto bene negli ultimi due anni e non volevo restargli troppo dietro. Ci siamo aiutati l'un l'altro. Credo di essere in grado di fare ancora qualche danno”. Proprio così. Ci voleva una certa forza di volontà per tornare competitivo dopo una serie di infortuni quasi da record. Si è fratturato il polso, ha avuto un'ernia del disco nella parte bassa della schiena, poi si è strappato il tendine rotuleo del ginocchio. Nel 2014 si è operato al polso, rimanendo bloccato a casa mentre il fratello iniziava a girare il mondo. Ma il suo tennis brillante, così proteso verso la rete, gli ha dato un'ultima chance. E se l'è presa, con una personalità da campione, nel pomeriggio della Rod Laver Arena, contro un Murray che ha dimostrato di non avere ancora la personalità, il carisma, la presenza scenica del numero 1. Si è imposto 7-5 5-7 6-2 6-4 in tre ore e trentatré minuti, condite da 118 discese a rete.

QUELLO SMASH IN RETE
Si buttava avanti su ogni palla, senza paura, esaltato dalle dinamiche tattiche del match. Murray ha mostrato una serie di lacune, sia tecniche che caratteriali. A parte alcuni errori di troppo (anche se ha chiuso con 71 vincenti e 28 errori), la sua colpa è di non aver fatto nulla di diverso, di aver accettato uno scambio dove non riusciva ad essere incisivo, irretito dalle palle senza peso di Zverev. Passi per lo slice di rovescio, ma persino il dritto un po' rabberciato lo ha messo in difficoltà. In preda uno stato di grazia, erezione agonistica pura, Mischa ha giocato alcune volèe da urlo, seminando via via sempre più dubbi in Murray. Nelle prime due ore di gioco, è parso che lo scozzese aspettasse il calo di Zverev. Invece Mischa ha continuato a sorprendere, ad attaccare, a crederci sempre di più. Nel primo set si è trovato in svantaggio 3-1, ha rimontato sul 3-3, poi di nuovo 5-3 Murray....ed ecco quattro game consecutivi che gli hanno regalato il parziale. Nel secondo, Murray andava per tre volte avanti di un break, ma Mischa lo riacchiappava sempre, rimontando addirittura da 0-40 nel decimo game. Il dodicesimo gli era fatale e sembrava che il match fosse finito. Invece, accadeva l'incredibile. Zverev teneva duro nel momento più difficile e poi infilava un parziale di sei game consecutivi, dal 2-2 nel terzo fino al 2-0 nel quarto. Nel quarto set, Mischa ha impressionato per la tenuta fisica (Jez Green, che sta sviluppando i muscoli del fratello dopo aver forgiato quelli di Murray, sta dando una mano anche a lui), ma soprattutto per la grande personalità. L'unico momento di paura è arrivato sul 4-3 e palla del 5-3, dove si era difeso a rete con un paio di volèe fortunose, ma ha sparato in rete il più facile degli smash dopo averne azzeccati parecchi, anche complicati. Poteva costargli carissimo, invece ha continuato a testa bassa e ha messo in cassaforte il game.

“LA VITA CAMBIA VELOCEMENTE”
“Dopo aver sbagliato quello smash ho immediatamente guardato mia mamma – ha detto a Jim Courier nella bella intervista sul campo – come ho fatto a vincere? Non lo so, io ho provato a fare il mio gioco, a essere aggressivo, nell'ultimo game mi aspettavo di fare qualche errore in più, doppi falli, volèe....forse dovresti dirmelo tu, come ho fatto!”. Con personalità, ha gestito un ultimo game dove gli saranno passati per la testa milioni di pensieri. E sul 15-30, ha tenuto in campo una volèe complicatissima. Lì ha capito che ormai era fatta, che le angosce si potevano declinare al passato. “Ci sono stati momenti in cui non avevo voglia di lavorare duro – aveva raccontato qualche mese fa – non stavo giocando bene, inoltre ero infortunato. Però allenare i giovani mi ha fatto capire quanto amassi il tennis. Se rimani senza tennis, non ti resta molto altro. Per fortuna la famiglia mi ha sempre sostenuto”. E la voglia di tennis lo ha riportato più in alto di dove era arrivato l'8 giugno 2009, al numero 45 ATP. Con i 360 punti intascati a Melbourne, è già certo di salire in 35esima posizione. Pochi mesi fa, ha raggiunto i quarti al Masters 1000 di Shanghai (ce l'aveva fatta anche nel 2009, a Roma), dopo che era stato ad un passo dal rinunciarvi per giocare un Challenger a Monterrey, Messico. “La vita cambia molto velocemente”, aveva detto. Adesso ne sarà ancora più convinto: sono bastate tre ore e mezza per regalargli un'impresa che passerà alla storia, di cui ci ricorderemo tra anni. Non accadeva dal 2004 che le prime due teste di serie di uno Slam non arrivassero ai quarti (Federer e Roddick), mentre per l'Australian Open dobbiamo andare al 2002 (Hewitt e Kuerten). L'Australian Open 2017, dopo una dura oligarchia, sta restituendo incertezza al nostro sport. E non è detto che sia una brutta notizia. Specie se arrivano storie come quella di Mischa. Il primo Zverev a raggiungere i quarti in uno Slam. Ormai non ci sperava più. Ma nella vita le cose possono cambiare in fretta. E Mischa lo sa.

AUSTRALIAN OPEN 2017 – Ottavi di Finale Uomini
Mischa Zverev (GER) b. Andy Murray (GBR) 7-5 5-7 6-2 6-4

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