Il lunedì successivo alla finale di Coppa Davis è un giorno di malinconia. La stagione è ufficialmente finita, anche perché si è ultimato il calendario dei tornei Challenger. A dicembre ci saranno alcuni Futures, ma non è la stessa cosa. Il tennis che conta tornerà il 1 gennaio, con i primi tornei ATP e Challenger. Si ripartirà anche dall'India, con il neonato torneo di Pune, che prenderà il posto di Chennai. Più in generale, il gigante indiano sta provando a rilanciarsi. Il Paese sta rapidamente crescendo nel panorama internazionale, e nelle ultime settimane ha ospitato alcuni tornei di buon livello, peraltro con due successi per i tennisti di casa. Yuki Bhambri ha vinto il 50.000$ di Pune, mentre il 20enne Sumit Nagal si è imposto al ricco evento di Bangalore. Bhambri, attuale n.1 indiano, è entusiasta. “È sempre bello giocare in casa. Viaggiamo molto e finalmente abbiamo la possibilità di competere in condizioni favorevoli. Ho sempre detto che l'India ha bisogno di tornei Challenger, e Pune è stato uno dei più costanti. Abbiamo diversi giocatori tra il n.300 e il n.400 ATP, in attesa di fare il grande salto. Ogni volta che si gioca in India, i nostri tennisti fanno buone cose. Speriamo di avere ancora più tornei”. In questo momento, la città più “cool” è Pune: l'hanno già soprannominata “Silicon Valley indiana” perché raduna quasi tutte le aziende indiane di software e, dopo il Challenger novembrino, a gennaio ospiterà il torneo ATP. Si chiamerà “Maharashtra Open” e segnerà l'inizio di una nuova era dopo oltre 20 anni a Chennai. “Pune è una seconda casa per me – dice il doppista Rohan Bopanna – mi alleno lì da quando avevo 15 anni. In città ci sono tanti appassionati e sono felice che arrivi un torneo ATP. Avranno l'occasione di vedere i big”.