Ogni tanto il tema torna di attualità. Anni fa, l'eccessivo “grunting” di alcune giocatrici, ovvero il grugnito al momento di colpire la palla, era diventato talmente eccessivo da creare fastidi alla regolarità di una partita. Qualcuno si era divertito a misurare i decibel fatti registrare da Maria Sharapova e Victoria Azarenka, due delle giocatrici più rumorose. La WTA corse ai ripari: non furono create norme specifiche perché sarebbero state troppo invasive per le giocatrici già formate, ma fu creato un programma “educativo” per le giovani promesse. La questione è tornata alla ribalta durante il torneo di Doha, con la polemica a distanza tra Caroline Wozniacki e Monica Niculescu. Si sono affrontate negli ottavi e si è imposta la danese, che peraltro è giunta in semifinale e troverà Petra Kvitova nell'unico match in programma sabato (Simona Halep si è bloccata per un problema a un piede e ha lasciato strada a Garbine Muguruza). Durante il nono game del primo set, la Niculescu ha fatto più rumore del dovuto e la Wozniacki si è lamentata con il giudice di sedia. In due parole, ha detto che l'unica tattica possibile della Niculescu per vincere la partita era cercare di mettere fuori palla l'avversaria con mezzi extra-tennistici. Nonostante il successo, ha continuato a lamentarsi in conferenza stampa. “La Niculescu è una giocatrice che prova ad entrare nella tua testa – ha detto Caroline – io ho solo invitato il giudice di sedia a prestare attenzione al suo grugnito, perché arrivava due secondi dopo che aveva colpito la palla, proprio quando ero io sul punto di colpire. Inoltre cambia l'intensità del grugnito in base alla situazione”.