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Il grande sogno olimpico di Venus

La Venere Nera conferma che l'ultimo obiettivo della sua carriera è giocare le Olimpiadi di Tokyo: sarebbe la sesta partecipazione consecutiva. Al WTT è stata l'eroina di una notte, e ha ammesso di stare lavorando su alcuni aspetti del suo gioco. La voglia di migliorare a 38 anni è il motore che le consente di essere ancora competitiva.

Prima di recarsi a San Josè per il Mubadala Silicon Valley Classic, Venus Williams ha fatto un salto a Washington per giocare due incontri del World Team Tennis, campionato a squadre americano che “colora” (in tutti i sensi, viste le particolari scelte cromatiche per i campi) l'estate americana a margine dei tornei di avvicinamento allo Us Open. Quella del 2018 è la sua tredicesima partecipazione, la settima in cui rappresenta i Washington Kastles: a margine dei due impegni, ne ha approfittato per svolgere una clinic con una sessantina di bambini. La chiacchierata con i ragazzini è servita a delineare alcuni punti fermi per il futuro. Se la sorella Serena è in lizza per battere il record di Slam di Margaret Court, e ha accresciuto il suo mito dopo la maternità, Venus può ambire a qualche record di longevità. Lo scorso 17 giugno ha compiuto 38 anni e ha tutta l'intenzione di di andare avanti fino a 40, con l'obiettivo di giocare le Olimpiadi di Tokyo.
“Secondo voi quanti anni ho?” ha chiesto alla platea.
“56!” ha urlato un ragazzino.

Venus si è piegata dal ridere, fino a quando un altro ha indovinato l'età giusta. Aveva 4 anni quando papà Richard le mise in mano la prima racchetta. Da allora ne sono passati 34: oltre ad essere la più anziana top-100, è anche la meglio piazzata tra quelle che hanno compiuto almeno 31 anni. Quando le hanno chiesto per quanto tempo ha ancora intenzione di giocare, ha detto: “La vittoria non invecchia mai, in nessuna forma. È sempre qualcosa di molto avvincente. Il mio obiettivo è quello di conquistare un altro posto per le Olimpiadi di Tokyo”. E giù un applauso, come a incoraggiarla ancora di più.

UNA NOTTE DA EROINA
“Ovviamente non è scontato, nessuno regala niente. Se Dio vorrà, ci sarò. E sarà un altro grande momento della mia carriera”. Da oggi alla cerimonia olimpica mancano un paio d'anni: non sarà semplice arrivarci in perfetta efficienza, senza dimenticare la Sindrome di Sjogren scoperta qualche anno fa, ma che la attanaglia da chissà quanto. Eppure ha continuato a giocare bene, soprattutto nel 2017, raggiungendo due finali Slam (Australian Open e Wimbledon). Quest'anno è scesa al numero 14 WTA, ma non ha perso lo stimolo a migliorare. “Sto lavorando su alcune cose specifiche – ha detto – per questo le due partite con i Kastles mi hanno dato l'opportunità di testarle in partita. Vedremo come andrà contro le più forti”. Il suo prossimo impegno sarà mercoledì o giovedì, a San José, contro la vincente di Watson-Liu. Qualcuno si è domandato su cosa possa e debba migliorare una donna di 38 anni che ha vinto sette Slam in singolare e 14 in doppio. Venus non ha voluto entrare nello specifico, ma ha detto che i test effettuati nel World Team Tennis hanno funzionato: mercoledì scorso ha salvato il suo team, annullando tre matchpoint e regalando il successo ai Kastles contro i San Diego Aviators. Con il suo team in svantaggio 17-15, è scesa in campo contro Naomi Broady con l'obbligo di vincere con almeno tre game di scarto: si è imposta 5-2 e sul 20-20 si è giocato il tie-break decisivo. Sotto 6-4, ha annullato due matchpoint e poi ha vinto il punto secco con un colpo vincente che ha mandato in delirio 3.000 spettatori. È andata meno bene giovedì, quando ha perso sia in doppio che in singolare contro Vania King. Attualmente i Kastles si trovano in quarta posizione, ma sono in piena bagarre con le altre squadre. Per adesso, Venus lascia il team di Murphy Jensen e torna nel circuito WTA. Un altro passaggio verso un sogno giapponese che le consentirebbe di giocare la sesta olimpiade consecutiva. Per adesso, il suo palmares racconta di quattro medaglie d'oro (una in singolare e tre in doppio) e una d'argento (in doppio misto, a Londra). Vincerne un'altra a 40 anni sarebbe una grande impresa. Venere lo sa, e vuole farcela ad ogni costo.

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