L'incipit è banale, ma doveroso: il tennis non è soltanto Djokovic, Murray e company, ma centinaia di giocatori che cercano di conquistarsi un posto al sole. L'ITF sembra aver recepito le grida di dolore provenienti dal basso, dunque sta provando a dare una mano ai giocatori meno noti, meno famosi...e dunque meno ricchi. Il Grand Slam Development Fund, fondo di assistenza dedicato ai paesi meno ricchi, ha stanziato un premio di 650.000 dollari da destinare a una serie di giocatori, accuratamente selezionati, per aiutarli a finanziare l'attività e arrivare a giocare i tornei del Grande Slam. La somma è stata assegnata a quattordici elementi, selezionati in base a specifici criteri di età, classifica, provenienza geografica e potenzialità tecnica. Dodici di loro (sei uomini e sei donne) otterranno un contributo di 50.000 dollari: Christian Garin (Cile), Lloyd Harris (Sudafrica), Ilya Ivashka (Bielorussia), Jurabek Karimov (Uzbekistan), Duck Hee Lee (Corea), Elias Ymer (Svezia), Beatriz Haddad Maia (Brasile), Ons Jabeur (Tunisia), Rebecca Peterson (Svezia), Sabina Sharipova (Uzbekistan), Viktoriya Tomova (Bulgaria) e Renata Zarazua (Messico). E' stato poi assegnato un contributo di 25.000 dollari al neozelandese José Statham e ad Abigail Tere-Apisah, proveniente dalla Papua Nuova Guinea, poiché si tratta dei giocatori meglio piazzati nell'area del Pacifico. Il loro inserimento è dovuto al fatto che l'ITF vuole garantire una sovvenzione ad almeno un giocatore di ogni singola area geografica. In alcuni casi si tratta di tennisti già noti, magari con una bella carriera junior alle spalle. Si tratta di Duck Hee Lee (ben noto per la sua sordità), Elias Ymer, Chistian Garin e Ons Jabeur. Non a caso, otto di loro sono impegnati nelle qualificazioni del Roland Garros, scattate in queste ore. Katrina Adams, presidente USTA, ha parlato a nome dei tornei del Grande Slam: “Questa importante iniziativa fornirà il sostegno necessario ai giocatori che, a nostro parere, hanno mostrato il potenziale per salire al top del gioco, assicurando che più nazioni siano rappresentate ad alti livelli”.