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Riccardo Bisti
02 December 2017

I 1000 “laureati” dell'Università ATP

Si è tenuta a Londra, durante le ATP Finals, l'Università per i giovani entrati tra i top-200 ATP. Si tratta di un corso di tre giorni in cui i tennisti vengono educati su vari aspetti, dal rapporto coi media fino a doping e scommesse. Con i nuovi 25 allievi, è stato superato il muro dei 1000 “laureati”. Stefano Napolitano, che quoziente intellettivo!

Forse hanno un po' esagerato con il nome. La chiamano "ATP University" ed è un corso di tre giorni, a cui devono partecipare tutti i tennisti che si stanno affacciando nel tour. L'appuntamento si svolge un paio di volte l'anno e, con l'ultima sfornata di 25 allievi, ha superato il muro dei 1000 “laureati”. L'obiettivo è spiegare ai giovani tennisti come è organizzato il tour e offre importanti suggerimenti sulle faccende burocratiche. Il progetto è nato nel 1990, quando l'ATP ha preso in mano il circuito mondiale, e le lezioni spaziano su diversi argomenti: la gestione dei media, il marketing, il sistema pensionistico ATP e – da qualche anno – argomenti scottanti come il doping e le scommesse. Due anni prima di vincere la Coppa Davis, Lucas Pouille partecipava al corso. “È stato importante sapere cosa fa il tour per noi giocatori, abbiamo appreso quali sono le responsabilità del tour”. L'obbligo di partecipare al corso scatta per tutti quei giocatori che si sono appena iscritti alla “Division 1” dell'ATP: fanno parte di questa categoria i top-200 in singolare e i top-100 in doppio. “Sembra di tornare a scuola – ha detto Dominic Thiem, “laureatosi” nel 2014, in dichiarazioni riprese da un bel lavoro di Lukas Zahrer per il sito austriaco Tennis Netsi è svolto tutto dalle 8.30 alle 14, ma i professori e i colleghi erano davvero OK, quindi mi sono divertito”. A occuparsi del programma è Erike Kegler, responsabile di tutti gli aspetti organizzativi. “I giocatori devono avere gli strumenti giusti per avere successo nel tour” ha detto.

IL FIGURONE DI STEFANO NAPOLITANO
Il corpo docenti è composto sia da dipendenti ATP che da membri esterni. Capita che anche gli ex giocatori intervengano per raccontare la loro esperienza: quest'anno è stato il turno di Alex Corretja. Uno degli argomenti più sentiti riguarda la gestione dei rapporti con la stampa, ovvero come condurre interviste di vario genere, dalle conferenze fino a quelle televisive. Si parla poi di nutrizione, assistenza medica e un argomento sempre più sentito al giorno d'oggi: i social network. “Ci hanno dato un consiglio molto preciso: condividere soltanto quello che diremmo anche a nostra nonna – racconta Dominic Thiem – non bisognerebbe mai pubblicare una foto di noi stessi in un bar alle 5 del mattino. Ci hanno mostrato alcune immagini di personaggi famosi. È stato molto utile, nessuno vorrebbe vivere situazioni così imbarazzanti”. A parte l'Università, l'ATP si occupa anche di un sostegno costante, quasi un percorso educativo. È stato grazie ai consigli del sindacato che Michael Berrer ha raccolto la laurea in psicologia mentre era ancora in attività. All'ultima tornata hanno partecipato 25 ragazzi: tra loro c'era Denis Shapovalov, nonché un paio di azzurri: Stefano Napolitano e Salvatore Caruso. Il corso si è tenuto a Londra presso il Marriott County Hall e comprendeva anche una cena di gruppo, nonché la possibilità di seguire dal vivo le finali delle NITTO ATP Finals. I ragazzi sono stati anche sottoposti a un test di quoziente intellettivo: il miglior risultato lo ha ottenuto il canadese Filip Peliwo: bella figura per Stefano Napolitano, giunto terzo alle spalle di Matt Reid.

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