Si può considerare “sorpresa” una finale tra la numero 1 e la numero 2? A quanto pare, sì. In un tennis femminile senza dominatrici, non era scontato che Simona Halep e Caroline Wozniacki sarebbero arrivate in fondo all'Australian Open. Anzi, avrebbero potuto essere eliminate nella prima settimana. La rumena contro Lauren Davis, la danese contro Jana Fett. Si sono miracolosamente salvate e poi hanno elevato il loro rendimento: se è vero che la Halep ha cancellato due matchpoint ad Angelique Kerber, il successo sulla tedesca è stata una grande impresa (Angie veniva da 14 vittorie consecutive). Numero 1 contro numero 2, quindi. L'ultima volta che era successo in un torneo professionistico risaliva proprio all'Australian Open 2015 (quando Serena Williams batté Maria Sharapova). A rendere ancora più interessante la finale di stamane (ore 9.30, diretta Eurosport 1) c'è una questione di classifica: chi vince, sarà numero 1 nel nuovo ranking. Ma per entrambe, tuttavia, c'è da sfatare il tabù Slam. “Vincere questo torneo sarebbe più bello che diventare numero 1” ha ammesso la Halep. Per entrambe è la terza finale Slam: Simona è andata vicino al bersaglio al Roland Garros (2014 e 2017), Caroline a New York (2009 e 2014). “Mi sono già trovata in questa posizione, quindi adesso devo approcciare il match con più tranquillità e prenderlo come se fosse una partita normale” ha detto la Halep, alludendo al vantaggio di 6-4 3-0 evaporato nell'ultima finale parigina. Da parte sua, la Wozniacki si fa forte dell'esperienza. “Vivi, impari e ci provi ancora una volta. Ti mettono KO, ma poi ti tiri su. Spero che il finale possa essere diverso”. Entrambe sono state criticate per l'incapacità di vincere uno Slam nonostante siano salite al n.1. Più la Halep, a dire il vero, perché ha avuto le sue chance in un periodo meno complicato. La Wozniacki ha pescato la rediviva Kim Clijsters e un'incontenibile Serena Williams, mentre le finali della rumena sono arrivate quando il tennis femminile era già terra di conquista per molte giocatrici.