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Marco Caldara
22 March 2018

Gioca a tennis grazie a Serena. E ora l'ha battuta.

Naomi Osaka sta vivendo davvero un periodo d'oro: dopo il titolo a Indian Wells, l'urna di Miami le ha regalato la possibilità di sfidare il suo idolo Serena Williams, e lei le ha lasciato appena 5 game. "L'ho sempre vista e tifata in tv, è stato stranissimo trovarla dall'altra parte del campo. Puntavo a farmi conoscere, e non perdere 6-0 6-0". Invece...
Menomale che l’intenzione di Naomi Osaka era soltanto quella di “non perdere 6-0 6-0”, fare una bella figura e farsi conoscere dal suo idolo Serena Williams, trovata per la prima volta dall’altra parte della rete. Perché, visto come è andata a finire, chissà cosa sarebbe successo se la giapponese dal doppio passaporto, fosse entrata in campo determinata al 100% solamente per vincere, e veramente convinta che sul Centrale insieme a lei ci fosse un’avversaria qualsiasi. Perché un conto è provare ad autoconvincersi che sia una giornata come tante, un altro è crederlo sul serio, e tenerlo presente anche quando il diritto della regina ammirata per anni in tv stavolta non muore dietro uno schermo, ma arriva nella propria metà campo. Naomi era nervosa solo all’idea di vedere Serena, figurarsi a quella di affrontarla, ma il suo splendido stato di forma, unito alle condizioni ancora da ricostruire della statunitense, hanno prodotto un 6-3 6-2 senza grossa storia. Davvero difficile chiedere di meglio. È come se a Indian Wells avesse scritto una favola, e invece di accontentarsi a Key Biscayne ci abbia aggiunto il miglior finale che potesse desiderare. “Non ero mai stata così nervosa all’idea di affrontare un’avversaria – ha raccontato – e in questo caso anche solo di vederla. Praticamente mi sono affacciata nel circuito quando Serena si è fermata per la gravidanza, quindi non è che l’avessi incontrata molto spesso. È la mia giocatrice preferita, ed è la ragione principale per la quale ho iniziato a giocare a tennis. L’ho guardata un sacco di volte, l’ho tifata altrettante e sono sempre stata abituata a vederla in tv. È stato strano trovarla in campo, e già solo aver giocato contro di lei è un sogno che si realizza. Poi è diventato ancora più bello perché riuscita a vincere. Prima del match ho cercato di non pensare che in campo avrei trovato Serena, ma un'altra avversaria qualsiasi. Devo ammettere che ho fatto molta fatica”.
SERENA, UN MODELLO ANCHE IN CAMPO
Eppure, in campo la Osaka ha mostrato un’altra volta tutto il suo carattere, e un livello di tennis che fa mangiare le mani ai vertici della USTA, “colpevoli” di non averla supportata a sufficienza nei primi anni della sua carriera, ragion per cui ha scelto di rappresentare il Giappone. Per smaltire la tensione della finale a Indian Wells le era bastato un game, il primo. Per assimilare le emozioni del duello contro il suo mito, invece, le sono stati sufficienti una manciata di punti. Ha perso i primi cinque, poi si è svegliata, e ha obbligato una Williams fallosissima (28 gratuiti) alla prima sconfitta all’esordio a Miami, dove ha vinto in ben otto occasioni, la prima sedici anni fa. Addirittura, Serena non aveva mai perso prima degli ottavi di finale, ma la sconfitta resta nell’ordine delle cose. Per rivederla al top dovrà lavorare ancora parecchio, come si augurano tutti i suoi tifosi, Osaka in primis. Al di là delle frasi di circostanza, la sua per Serena è sempre stata un’ammirazione vera, che va oltre gli aspetti tradizionali. “A volte – ha raccontato – quando il punteggio non si mette bene e mi trovo a servire, mi capita di chiedermi ‘cosa farebbe Serena in questa situazione?’. È stato strano averla di fronte. Da tanto tempo voglio diventare come lei, quindi da parte mia c’era anche una sorta di rispetto, anche se avevo tanta voglia di vincere e farle vedere chi sono. Ho cercato di guardare poco dall’altra parte della rete, perché sarebbe bastato per distrarmi. Mi sarei messa a pensare a quello che stava o non stava facendo, a quello che io avrei o non avrei dovuto fare. E non era una buona idea”. In conferenza stampa le hanno chiesto cosa le avesse detto Serena durante la stretta di mano, ma non ha saputo entrare nei dettagli. Era talmente emozionata che l’ha rimosso, e non sapeva nemmeno di dover affrontare Elina Svitolina al secondo turno. “Ho visto che avrei giocato contro Serena e lì mi sono fermata”. Ma ora l’ha battuta e il torneo va avanti. Sconfitta una big, c n’è subito un’altra. Una situazione già vissuta (e bene) a Indian Wells, e alla quale di questo passo si abituerà in fretta.
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