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20 September 2016

Giocatori che non pensano

“Tante tenniste non pensano perché non vogliono pensare, preferiscono rifugiarsi nel gioco ‘o la va o la spacca’. Credo purtroppo che il futuro sia questo: sempre meno tattica e più potenza, chi tira più forte vince”. Roberta Vinci ... di MAX GRASSI

Giocatori che non pensano

di Max Grassi

 

Giorni fa ripensavo a una battuta sfuggita recentemente a Roberta Vinci: “Queste sono giocatrici che non pensano”, ha sentenziato la 33enne pugliese dopo un match perso contro l’americana Coco Vandeweghe. Roberta non si è poi sottratta a chi le chiedeva un’opinione più dettagliata a riguardo: “Il futuro che abbiamo davanti è questo e questa cosa mi fa andare fuori di testa.

 

La mia opinione è che tante tenniste oggi non pensano perché non vogliono pensare, preferiscono rifugiarsi nel gioco ‘o la va o la spacca’. A volte ho l’impressione che non riescano neanche a capire l’importanza del punto mentre io negli scambi importanti sono spesso sotto pressione e provo a ‘tenere’, loro... ‘pum’, risposta vincente! Credo purtroppo che il futuro sia questo: sempre meno tattica e più potenza, chi tira più forte vince”.

 

IL TENNIS OGGI è troppo fisico e non c’è più attenzione alla tattica. Lo ha detto anche lo zio-coach di Nadal, Tony, che ha tuonato: “È colpa dei dirigenti. Il tennis è l’unico sport che non vuole fare nemmeno un cambiamento. Le racchette colpiscono ogni volta la palla più forte. Le palle non cambiano, così come le racchette e non cambia neanche una regola. Ma lo sport, come la vita, deve evolversi. Nello sport devi scegliere che spettacolo offrire. Se vuoi uno spettacolo di forza o di abilità. Secondo me, il gioco è più interessante quando puoi vedere volée, smash, palle corte, quando vedi punti lunghi. È più spettacolare di quando vedi punti fatti con servizio ed errore: devi provare a rendere il gioco più lento”.

 

IL CONCETTO è chiaro e lo zio Tony ha anche una ricetta su come fare ad attuarlo. “O cambi le racchette, per non colpire forte o cambi le palle, rendendole più lente. Credo che questo sarebbe meglio per gli spettatori. Quanti punti si applaudono in un match? Ogni volta meno. Devi aspettare un’ora per vedere un bel punto. Mi ricordo quando c’era Panatta: palle corte, pallonetti, c’era una persona che correva, quasi tutti i punti erano applauditi. C’era grande varietà. Ora ci sono molti più errori che bei colpi. E questo è brutto per lo spettacolo. Il problema è la velocità. Prima il gioco era bello, perché vedevi un bel movimento. Oggi tutto è troppo veloce e poco artistico”.

 

PERSONALMENTE credo che finché avremo giocatori come, ad esempio, Federer, Fognini o la Vinci il problema non esista ma in un prossimo futuro il rischio è reale. Voi, cari lettori, siete d’accordo con Tony Nadal?

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