21 ORE PER RECUPERARE
Passato il momento difficile, Paolo ha ripreso a correre bene, a leggere nel modo giusto il disegno tattico di Giannessi (che a tratti ha abusato della palla corta) e così ha cucito un successo che gli regala la quarta finale in carriera. A oggi ne ha perse due (San Paolo 2014 e Quito 2017) e vinta una (Kitzbuhel 2016). Va detto che Giannessi ha avuto una bella chance sul 4-2 al terzo, quando si è procurato una palla break. Arrivava bene sulla smorzata di Lorenzi, ma sparava un dritto incrociato che lo esponeva al passante del senese. I coach spiegano che, sulla smorzata, bisogna (quasi) sempre giocare lungolinea, al massimo tentare la controsmorzata. A corto di energie mentali, Alessandro ha sparato a occhi chiusi il colpo che sentiva più sicuro. Ma dall'altra parte c'era Lorenzi, non uno qualsiasi. Fosse un calciatore della sua amata Fiorentina, sarebbe un rubapalloni del centrocampo. Mentre Giannessi si consolerà con il best ranking (lunedì sarà numero 84 ATP, con tutti i benefit del caso), Lorenzi dovrà fare un mezzo miracolo: se è vero che Rublev ha giocato il doppio dei suoi match per arrivare in finale (6 contro 3), Paolino avrà solo 21 ore di tempo per recuperare. Dura, soprattutto quando il passaporto dice che hai 35 anni mezzo. Ma Paolo ci ha abituato ai miracoli. Da parte sua, Rublev cercherà di diventare il primo lucky loser a vincere un torneo ATP dopo otto anni. L'ultimo fu Rajeev Ram, otto anni fa, curiosamente in questa settimana, sull'erba di Newport.
ATP 250 UMAGO – Semifinali
Andrey Rublev (RUS) b. Ivan Dodig (CRO) 7-6 6-1
Paolo Lorenzi (ITA) b. Alessandro Giannessi (ITA) 6-2 4-6 6-3