Se escludiamo il clamoroso biennio 1976-1977, il 2018 è la migliore stagione di sempre del tennis italiano al maschile, almeno nell'Era Open, la cui credibilità tecnica è ben superiore rispetto agli anni precedenti. Il successo di Fabio Fognini a Los Cabos è il numero 62 per l'Italia da quando le spinte per il professionismo hanno finalmente avuto la meglio sull'ipocrisia dilettantistica. Correva l'anno 1968 e nel mondo c'erano ben altri tumulti. In questi 50 anni, a parte la gloria dei “seventies”, l'Italia del tennis ha vissuto più ombre che luci. Per intenderci, ci sono stati periodi lunghissimi senza vincere neanche un torneo: 1981-1984, 1994-1998, 1998-2001 e 2006-2011. A cavallo del millennio, il successo di Andrea Gaudenzi a Casablanca è stato l'unico all'interno di un digiuno di sette anni. Adesso abbiamo raccolto la bellezza di quattro tornei in tre settimane, manco fossimo tornati agli ultimi anni della TV in bianco e nero. Sono filtrati così, nelle case degli italiani, i grandi successi di Adriano Panatta a Roma e Parigi nel 1976, così come il successo in Coppa Davis a Santiago del Cile (che peraltro non fu neanche trasmesso in diretta). Il “colore” sarebbe arrivato soltanto l'anno dopo, in ritardo rispetto ad altri paesi europei. Nel 1976 vincemmo sei tornei più la Coppa Davis, mentre nel 1977 ne raccogliemmo sette (più una finale di Davis persa in Australia). I successi di Fabio Fognini, Marco Cecchinato e Matteo Berrettini non sono minimamente paragonabili – in termini di prestigio – alle migliori vittorie di Panatta, ma lasciano un piacevole retrogusto. L'Italia c'è e anche il mondo inizia ad accorgersene. Dopo anni in cui le donne hanno tenuto in piedi il movimento, adesso si sono gettate le basi per una bella epoca tra i maschietti. E in un paese “machista” come il nostro, in effetti, la spinta mediatica è maggiore. Abbattuto il tabù della semifinale Slam, adesso ne restano un altro paio: una finale e un piazzamento tra i primi dieci. Sarebbe bello che almeno uno dei due lo ottenesse Fabio Fognini, di gran lunga il miglior giocatore italiano degli ultimi 40 anni. Se non avesse avuto qualche passaggio a vuoto tra marzo e maggio, il sogno top-10 sarebbe concreto.